22 domenia Ordinario - Sito di don Antonello

Sito di don Antonello
Vai ai contenuti

22 domenia Ordinario

Liturgia della Parola > Tempo Ordinario


22 domenica Ordinario

Purtroppo, al giorno d’oggi, nella nostra società, c’è il culto della apparenza: è considerata valida, solo una persona che appare, che si mette in mostra, che riesce a essere al centro della attenzione, che appare in certi programmi televisivi. Quella persona per noi è valida, anche se nelle sue espressioni non è molto cristiana; però la seguiamo perché appare sempre e richiama molti spettatori. Pensiamo a tanti artisti, a tanti personaggi, a certi attori e cantanti che, a un certo punto della loro vita sono insoddisfatti, quando diventano invisibili, quando non sono più al centro della attenzione, e, poi, magari tentano il suicidio. Al centro della nostra vita, delle nostre scelte, non deve esserci l’arrivismo, il mostrarci agli altri per essere apprezzati, ma la nostra scelta fondamentale deve essere quella di Dio: davanti a Dio tutti noi abbiamo valore. Tutti. Ed è quello che conta. Noi dobbiamo amare Dio, per essere graditi e stimati da Lui, e non stimati dagli uomini.
Tutti noi, certe volte, ci riteniamo bravi, giusti, meritevoli davanti a Dio, e ci umilia riconoscere i nostri limiti e i nostri difetti, però, il brano del Siracide ci mostra che Dio è glorificato solo dagli umili, e non da chi è superbo, non da chi si ritiene giusto, non da chi si si considera arrivato perché ha la stima delle altre persone: “Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore”, “Grande è la potenza del Signore, e dagli umili egli è glorificato”, “Il cuore sapiente medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio”, ci dice il brano del Siracide; dobbiamo avere “orecchio attento” alla voce del Signore e non alla voce degli uomini. Noi cristiani, non dobbiamo essere arrivisti, non dobbiamo ambire al potere, ma dobbiamo prendere esempio dalla vita di umiliazione e di donazione di Gesù.
Questo brano del Siracide ci aiuta a comprendere meglio il brano del Vangelo odierno, che ci mostra Gesù a un banchetto, a casa di uno dei capi dei farisei. I discorsi che fa Gesù in questo banchetto, potrebbero sembrarci un manuale di galateo, di come dobbiamo comportarci educatamente con gli altri: “Per il galateo devi fare così, devi agire in questo modo, …”. No, questo di Gesù non è un discorso sulla buona educazione che dobbiamo avere, ma è un discorso che ci indica che dobbiamo avere il suo stesso stile di vita.
Gesù non è venuto per essere ammirato o osannato dalla gente, ma è venuto per servire tutti, i poveri, i deboli, i peccatori, e si è umiliato davanti a ciascuno di noi fino ad arrivare alla sua morte in Croce per la salvezza di ogni uomo. Ecco perché ci dice “non metterti al primo posto”: più ci sediamo in basso, se non ci consideriamo importanti, allora più troviamo amici, perché se vogliamo salvare il nostro ruolo, il nostro posto, se vogliamo salvare la nostra importanza davanti agli altri, allora, per difendere la nostra posizione, cosa facciamo? Assumiamo un atteggiamento di durezza nei confronti degli altri.
Certe volte noi, se ci mettiamo a servizio dei bisognosi, degli ammalati, dei peccatori, dei semplici, abbiamo la paura di perdere la nostra “bella faccia”, di perdere la nostra importanza, e continuiamo a vivere con un atteggiamento di superiorità nei confronti degli altri.
Cerchiamo di “perdere la nostra faccia”, la nostra presunzione, anche davanti a Dio, riconoscendo con umiltà i nostri limiti e i nostri peccati: solo così sperimenteremo il Regno dei cieli nell’Amore e nella Misericordia di Dio.
Viviamo la stessa vita di umiliazione e di donazione che ha vissuto Gesù.

Torna ai contenuti