20 domenica Ordinario - Sito di don Antonello

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20 domenica Ordinario

Liturgia della Parola > Tempo Ordinario
20 domenica Ordinario

Nella prima lettura, tratta dal libro dei Proverbi, ci viene presentata la sapienza divina quasi come una ricca signora che ha preparato un lauto banchetto, e invita gli stolti a mangiare quei cibi perché abbiano la vita.
In tutta la Bibbia e in tutte le religioni è presente il tema del banchetto, del mangiare insieme alla stessa tavola, perché vengano creati vincoli che ci portino ad accogliere gli altri e ad avere confidenza.
Quando il popolo ebreo era fuggito dalla schiavitù egiziana, anche lui aveva ricevuto un cibo, durante il viaggio, che era diverso dalle cipolle che mangiavano in Egitto: era un cibo inatteso e misterioso (la manna), che il popolo riconosceva come donato direttamente da Dio, per poter continuare il viaggio verso la Palestina. Anche tutto il Vangelo è pieno di banchetti, iniziando da Cana, dove Gesù al banchetto di nozze trasforma l’acqua in vino, per concludere con il banchetto del Giovedì Santo, Pasqua ebraica, quando Gesù trasformò il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue, per essere nutrimento per noi uomini. Per andare avanti abbiamo bisogno di nutrirci, abbiamo bisogno del cibo materiale, ma abbiamo bisogno anche di un altro cibo che, purtroppo, ci manca: abbiamo bisogno di affetto, di luce, di felicità. Questo è il “cibo” che non è presente nella nostra società e che non cerchiamo di vivere e di realizzare, distratti da altri interessi.
Quante persone si spengono e muoiono spiritualmente? Manca il cibo materiale per molte persone che muoiono di fame, e, forse, a noi questo cibo non manca, ma forse ci manca il vero cibo che ci permette di camminare e di crescere nel nostro spirito: forse è Dio che ci manca nel nostro cuore, anche se ci riteniamo dei perfetti cristiani che pregano e si incontrano con Lui.
Gesù ci parla di questo dono, che è l’Eucarestia, ed afferma “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo”. Ogni domenica, oppure ogni giorno, ci raduniamo per ripetere la Cena di Gesù, e ci nutriamo della Parola di Dio e del Corpo di Cristo, l’Eucarestia. Partecipiamo alla Cena Eucaristica perché siamo affamati, perché abbiamo bisogno di saziare il cuore, di illuminare il nostro cammino.
È Dio che ci dona il pane che ci porta verso l’eternità, è Dio che ci dona la luce. È Dio che si fa pane per noi. Certamente sarebbe meglio se la nostra assemblea fosse più accogliente, se ci fossero canti più belli e intonati, se si respirasse in un ambiente di amicizia, ma, siamo sinceri: quello che manca veramente nella nostra assemblea è la certezza che il Signore è presente in mezzo a noi. Forse quello che manca veramente è la nostra fede nel Signore.
Come ci dice Paolo, facciamo molta attenzione al nostro modo di vivere, vivendo da saggi, “rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre”. Cerchiamo di vivere la nostra vita da persone sveglie e non addormentate, senza lamentarci che i tempi attuali sono cattivi, perché ogni giorno che passa è pieno della presenza di Cristo.
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui”.

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