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Corpus Domini

Liturgia della Parola > Tempo Ordinario


Corpo e Sangue di Gesù

La solennità del Corpo e Sangue del Signore, che stiamo celebrando, è un elemento fondamentale della nostra fede, e ci fa contemplare l’immenso amore di Dio per tutta l’umanità.
Melchidesech, sacerdote, che offre a Dio il pane e il vino, ci preannuncia già l’Eucarestia ed è immagine di Cristo che offrirà il pane e il vino, e il vangelo e il brano della lettera ai Corinzi ci manifestano la generosità dell’amore che il Signore ha per tutti noi.
Il brano precedente di Luca ci mostra Gesù che è in viaggio nella Galilea, dove insegna e compie miracoli, e invia gli apostoli a predicare dopo che ha dato a loro potenza e autorità sui demoni. Gli apostoli hanno insegnato con fatica, e al loro rientro raccontano tutto quello che è accaduto. Allora Gesù si preoccupa per la loro fatica, e li porta in disparte per riposarsi, ma Gesù trova un ostacolo, perché le folle lo hanno seguito, e Gesù non si preoccupa solo della stanchezza dei discepoli ma si prende cura anche della folla, e parla loro del Regno di Dio e guarisce molti malati. E in questa realtà si inserisce il brano del Vangelo odierno.
“Il giorno cominciava a declinare”, ci dice il vangelo, e la folla era affamata, e i discepoli pensano sia giunto il momento di congedare la folla perché vadano a comprarsi qualcosa da mangiare. Ma Gesù suggerisce una soluzione completamente diversa, e dice: “Voi stessi date loro da mangiare”. Hanno a disposizione solo 5 pani e due pesci, che mettono a disposizione, e con questi pani messi a disposizione, tutti mangiarono e furono sazi e avanzarono 12 ceste di pezzi. È moltiplicazione dei pani, oppure condivisione dei pani? Siamo tutti invitati a superare il nostro egoismo e a preoccuparci degli altri, come ha fatto Gesù. Questa, che noi chiamiamo “moltiplicazione dei pani” è un preannuncio di un’altra moltiplicazione: la moltiplicazione del pane eucaristico. Quando Gesù dice ai discepoli: “Fate questo in memoria di me”, apre la strada alla moltiplicazione del pane eucaristico, cosa che avviene anche oggi durante la celebrazione eucaristica.
Gesù conosce già che sarà tradito, che dovrà subire tante sofferenze e umiliazioni, e, con il suo amore per noi, queste realtà che sono negative, le trasforma per noi in qualcosa di positivo, affermando “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue”. Gesù ha preso le condizioni di sofferenza e di dolore che stava provando, ed è andato fino all’estremo dell’amore, trasformando il pane nel suo Corpo, per restare sempre con noi. La sua Morte diventa la “Nuova Alleanza”.
Quando noi riceviamo l’eucarestia, riceviamo lo stesso amore che Gesù ha manifestato nell’Ultima Cena, perché l’Eucarestia è il Corpo di Gesù; e verso l’Eucarestia dovremmo avere un grande amore, perché è il Corpo stesso di Cristo che si è immolato per noi. Ricordo che, in una parrocchia dove sono stato, è entrata in Chiesa una persona, molto pia e devota, che, come è entrata, ha fatto il giro dei vari altarini della Chiesa, per salutare (le statue di gesso) di S. Rita e degli altri Santi, e poi, alla fine, ha fatto la genuflessione al Tabernacolo: potrebbe essere un pericolo che corriamo anche noi, di venerare le statue di gesso dei santi, dimenticando l’Eucarestia che non è una statua, ma che è il vero Corpo di Gesù.
L’Eucarestia è un dono che il Signore ci ha lasciato, e attraverso questo dono ci comunica il suo amore: accogliamolo con riconoscenza e trasformiamo la nostra vita in offerta generosa a Dio, per il bene dei nostri fratelli. Quando non perdoniamo, non amiamo, oppure stiamo ostacolando un nostro fratello, stiamo offendendo anche Gesù, che ci ha detto: “Tutto quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me”.
Non limitiamoci alle genuflessioni o all’adorazione del Santissimo, ma possiamo adorare veramente Cristo anche nei nostri fratelli, lasciandoci spezzare, come Lui, per diventare anche noi pane offerto per dare vita al mondo, per dare l’Amore.

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