Giovedì Santo - Sito di don Antonello

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Giovedì Santo

Liturgia della Parola > Tempo di Quaresima


Giovedì Santo Ultima Cena

Oggi iniziamo il Triduo Santo, e la liturgia odierna del Giovedì Santo che stiamo celebrando, ci mostra il senso profondo della liturgia di questi giorni, e siamo invitati a meditare e a rivivere le parole e i gesti di Gesù perché per noi ogni giorno possa essere Pasqua, perché ogni giorno possiamo essere dei risorti.
Quella sera, Gesù, mentre sente che la morte incombe su di lui, prima di affrontare questo momento della prova, ha voluto celebrare la Pasqua ebraica assieme ai suoi apostoli. Si mette a cena con loro, e a questo banchetto invita a partecipare anche noi. Questa cena che lui fa, non è solo un momento di comunione che vuole trascorrere con gli apostoli e con ciascuno di noi, ma durante la cena, offre il senso profondo di tutta quanta la sua vita, e, attraverso lo spezzare il pane e offrire il vino, mostra quello che gli sarebbe successo subito dopo, in modo drammatico.
Gesù aveva già dato parole di speranza e di consolazione che cambiavano la vita alle persone che le accoglievano, aveva guarito tanti ammalati e aveva avuto misericordia verso tutti, e ora gli restava solo una cosa da fare, donare se stesso: il pane che ha spezzato durante l’Ultima Cena è lui stesso, è la sua vita che è offerta. Anticipa quello che succederà il giorno dopo, il Venerdì Santo, quando sulla Croce offrirà il suo corpo.
Quel pane spezzato che aveva condiviso, ha dato conforto e ha sostenuto gli apostoli nell’accettare la realtà della sua crocifissione, e questo pane spezzato, quando lo riceviamo nella Eucarestia, anche a noi offre conforto e ci sostiene nell’affrontare le difficoltà che incontriamo nella nostra vita, e ci fa partecipare alla sua gioia e al suo progetto d’Amore. “Questo è il mio Corpo, che è per voi”.
La coppa di vino che viene passata perché ognuno ne possa bere un sorso è il suo sangue che verserà sulla Croce, e il suo sangue bagna tutti coloro, bagna tutti noi, che ci troviamo ai piedi della Croce e aspettiamo il perdono dei nostri peccati per poter riiniziare una vita nuova: la nostra vita nuova è stata pagata dal sangue, dal sacrificio e dal dolore di Gesù. “Questo è il mio Sangue, versato per voi”.
Già dal Giovedì Santo Gesù ci ha donato completamente se stesso, senza aspettare al Venerdì, quando la sua vita sarebbe stata spezzata, lacerata, frantumata sull’altare della Croce.
Oggi, a distanza di 2000 anni, dobbiamo ricordarci che il pane spezzato e il calice del vino non sono solo il segno del sacrificio, ma sono il segno della vittoria pasquale, e ci mostrano che l’amore è più forte del male, e che la vita ha sconfitto la morte.
Quando ci accostiamo a ricevere la Eucarestia noi partecipiamo alla speranza di un mondo nuovo che è fondato sull’Amore.

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