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Pentecoste

Liturgia della Parola > Tempo Pasquale


Solennità della Pentecoste

Alcune feste che celebriamo noi cristiani erano già presenti nella tradizione religiosa ebraica, ma, con la venuta di Cristo, per noi cristiani hanno un nuovo significato. Gli ebrei celebravano la festa di Pasqua e per loro significava che Dio era passato in Egitto per liberarli dalla schiavitù egiziana. È proprio durante questa celebrazione della Pasqua che Gesù istituì la Pasqua che celebriamo noi: Dio che passa a liberarci dalla schiavitù del peccato, attraverso la morte e resurrezione di suo figlio Gesù.
Anche la festa di Pentecoste era celebrata dagli ebrei e dai greci presenti in Palestina, ed era la festa della mietitura, e in questa festa ringraziavano Dio per tutti i doni materiali che aveva concesso loro durante tutto l’anno, e per gli ebrei era una festa di ringraziamento a Dio perché aveva dato loro il dono della Legge sul monte Sinai.
Il brano degli Atti, prima lettura, ci dice che “mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. …, Apparvero loro lingue come di fuoco, …, e si posarono su ciascuno di loro”. Avviene qualcosa di straordinario: è la discesa dello Spirito Santo sugli uomini. Per noi cristiani la festa della Pentecoste non è ringraziare Dio per i doni materiali che ci ha elargito, ma è la commemorazione della discesa dello Spirito Santo, dello Spirito Paraclito, del nostro avvocato, dello Spirito Consolatore, che sta con noi sino alla fine dei tempi.
Gli apostoli sono insieme nello stesso luogo il giorno di Pasqua: hanno visitato il sepolcro che era vuoto, hanno ricevuto l’annuncio che Gesù era risorto, e sono ancora pieni di dubbi e di paura. Hanno timore della ostilità dei giudei e hanno paura di aver sprecato il loro tempo seguendo Gesù. Sono come noi, che ci chiediamo “E se il Vangelo non è vero? E se la morte è la fine definitiva di tutto?” Dubbi e paure che ci accompagnano. “E come faccio io a essere un buon cristiano?”. Lo stesso giorno di Pasqua, quando appare loro, Gesù, in anticipo, fa sperimentare ai discepoli il dono della Pentecoste: dona loro la pace del cuore che porta gioia e serenità in ogni situazione anche difficile, e allontana da loro la paura di non essere all’altezza della loro missione. “Detto questo, soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo”. È un anticipo della Pentecoste che avverrà 50 giorni dopo.
Nella descrizione degli Atti, il giorno della Pentecoste, scende il dono dello Spirito Santo che dà agli apostoli il coraggio e la forza per annunciare il Vangelo. A Gerusalemme ci sono tante persone che parlano lingue diverse: c’è confusione, dispersione, divisione, e forse ci può essere anche un po’ di odio, ma ognuno li sente parlare la loro lingua. Alla confusione e all’odio, ora si contrappone la concordia, la comprensione e l’armonia, dono dello Spirito Santo: l’unico messaggio, l’unico linguaggio che noi cristiani dobbiamo proclamare è quello di Gesù Cristo e del suo amore.
“Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra”, ripetiamo varie volte al Salmo Responsoriale. Diciamolo dal profondo del cuore, perché abbiamo bisogno di una nuova Pentecoste, abbiamo bisogno che lo Spirito Santo entri in ciascuno di noi e ci trasformi in persone che vivono e annunciano l’amore di Dio. Abbiamo bisogno di accogliere lo Spirito Santo per essere delle persone nuove, trasformate. Solo se siamo pieni di Spirito Santo possiamo annunciare con la nostra vita di amore, come dice Paolo, che “Gesù è il Signore”. Vieni Spirito Santo, vieni dentro di noi.
Se siamo pieni dello Spirito Santo, lo Spirito porterà in noi, non la pace del mondo, non la pace della carne, ma la vera pace, la pace di Dio, la pace della sua presenza. Viviamo la Pentecoste ringraziando Dio per il dono dello Spirito Santo che ci riempie dell’amore, della concordia e della pace. In questa Pentecoste ringraziamo Dio perché ci riempie dei sette doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timore di Dio, che devono essere la nostra guida nelle varie scelte che siamo chiamati a compiere nella nostra vita. Lasciamoci illuminare dallo Spirito Santo e non dalle realtà umane e passeggere. Il nostro cuore deve diventare il Tempio dello Spirito Santo, dove Lui abita.
“Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra .”

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