15 domenica Ordinario
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15 domenica O Anno A
Continuamente noi sentiamo la Parola di Dio, che viene seminata nel nostro cuore e in tutta l’umanità, ma vediamo che il peccato è sempre presente in ciascuno e nella nostra società, e con i nostri comportamenti, non rendiamo efficace la Parola di Dio. Per parlare della Parola di Dio, oggi le letture ci presentano alcune realtà umane che conosciamo: la neve e la pioggia (prima lettura) e il seme, di cui ci parla il Vangelo.
Isaia ci sembra abbastanza ottimista quando ci dice che, come la neve e come la pioggia cadono dal cielo, fecondano la terra perché possa produrre, e poi ritornano al cielo, così, allo stesso modo, la Parola di Dio scende tra noi uomini, ci feconda e produce quello per cui è stata mandata, cioè la salvezza. E invece ci ritroviamo sempre in mezzo al male. E noi ci chiediamo “perché la Parola di Dio non cambia il mondo?”, “Perché Dio non interviene a risolvere i problemi in cui ci troviamo?”.
Nel brano della lettera ai Romani, Paolo nota che nella nostra vita c’è un movimento di morte e di risurrezione, di dolore e di gioia, di fatica e di liberazione. Nella nostra vita sperimentiamo sempre il dramma del dolore e della sofferenza, che sono niente in confronto alla gloria futura che è stata preparata per noi. Il mistero pasquale, morte-passione-risurrezione, che si è realizzato in Gesù, sarà compiuto anche in noi, anche se ora non lo vediamo pienamente, perché restiamo fermi al dolore e al dramma della sofferenza che è presente in noi e in tutto il creato. Ma dobbiamo avere la certezza che, alla fine, la Parola di Dio avrà il suo effetto, per noi e per il mondo. L’importante è vivere sempre la Parola di Dio, anche se è scomoda e difficile.
Per tre domeniche ascolteremo alcune parabole del capitolo 13 di Matteo, e oggi ci viene proposta quella del seminatore, domenica prossima la parabola del grano e della zizzania, e successivamente quella del tesoro e della perla.
Il seminatore esce e semina, e si fida del terreno che non è sempre disponibile a ricevere quel seme. Questo seminatore è Gesù che semina la Parola insegnando alle folle e nutrendola con la sua Parola di vita. Ci sono vari tipi di terreno, strada, sassi, con rovi, …, che sono presenti anche nel nostro cuore: abbiamo sassi (peccati) dentro di noi, cerchiamo altre realtà, abbiamo il fuoco delle nostre passioni e dei nostri desideri che ci distraggono e soffocano il seme della Parola di vita che riceviamo. Ma nonostante rifiutiamo la Parola di Dio, Dio non si ferma davanti al nostro rifiuto, non si ferma davanti alla durezza del nostro cuore e non si ferma neppure quando noi restiamo indifferenti alla sua Parola, ma continua a seminare.
Questa parabola è senz’altro un incoraggiamento per noi sacerdoti che seminiamo la Parola di Dio e qualche volta siamo scoraggiati perché il seme che seminiamo non cresce e non si sviluppa, e questa parabola ci insegna che dobbiamo continuare a seminare nonostante i nostri insuccessi personali, ma questa parabola deve essere uno stimolo per tutti noi! Senza dubbio molti di noi si sono sentiti scoraggiati nel rapporto educativo con gli adolescenti e i giovani, quando non ascoltano le nostre parole. Desideriamo una società perfetta, ma non riusciamo a trovarla. Vediamo solo il male che è presente ma non riusciamo a vedere che c’è anche del bene, che è nascosto Non scoraggiamoci, ma continuiamo a seminare la parola dell’Amore, come ha sempre fatto Gesù.
Spesso gli altri non ascoltano le nostre parole, ma noi, ascoltiamo e viviamo sempre la Parola di Dio? È un impegno che tutti noi dobbiamo prendere. È difficile seguire la Parola di Dio perché ci lasciamo prendere e distrarre dalle nostre preoccupazioni umane.
Chiediamo a Dio, nelle nostre preghiere, che ci renda sempre disponibili ad accogliere la sua Parola per poterla seminare negli altri, in modo che porti frutti di pace e di bontà in tutta l’umanità.