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Presentazione del Signore

Liturgia della Parola > Tempo Ordinario


Presentazione del Signore

Nella Liturgia odierna, che ci mostra Gesù che viene presentato al Tempio per seguire la legge di Mosè, che prescriveva di offrire a Dio il primogenito, ci vengono presentati alcuni personaggi: c’è una nuova famiglia composta da Giuseppe, Maria e Gesù, e ci sono anche il vecchio Simeone e la vedova Anna, la quale non abbandonava mai il Tempio.
Questa celebrazione possiamo chiamarla festa della Luce, festa dell’incontro, perché ci viene mostrato che Gesù deve essere la Luce che illumina le scelte di ogni uomo e di ciascuno di noi, e ci mostra Gesù che si incontra con Dio suo Padre e che si incontra con il suo popolo.
Sono passati 40 giorni da quando Gesù nasce a Betlemme in un alloggio di fortuna, e ora viene portato dai genitori al Tempio di Gerusalemme per essere offerto a Dio ed essere riscattato attraverso l’offerta di una coppia di tortore o di giovani colombi. Con questo gesto i genitori riconoscevano che il figlio prima di tutto apparteneva a Dio: il figlio è dono di Dio, qualunque sia la sua situazione. Il Tempio, in cui si trovava l’Arca della Alleanza, era il segno della presenza di Dio, ma allora l’Arca non era nel Tempio, e Gesù consacra il Tempio con la sua presenza.
Due persone, che aspettavano con pazienza la venuta del Messia, frequentavano con assiduità il Tempio. Erano il vecchio Simeone, uomo pio, giusto e pieno di Spirito Santo, e la vedova Anna che serviva Dio giorno e notte con digiuni e preghiere: frequentavano il Tempio, attendevano il Messia, e lo Spirito Santo li rende capaci di riconoscere nel bambino Gesù il Messia, l’inviato di Dio.
Lo Spirito Santo aveva annunciato a Simeone che prima di morire avrebbe veduto il Cristo Signore, e Simeone, prendendo Gesù tra le sue braccia, benedice Dio con queste parole: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”; e anche Anna “si mise a lodare Dio e a parlare del Bambino”. Simeone e Anna rappresentano tutti gli uomini che cercano il Signore, e rappresentano tutti noi.
Anche noi, come Simeone e come Anna, cerchiamo il Signore; cerchiamo la Luce, la Salvezza, cerchiamo Dio in questo mondo caotico che stiamo vivendo. Gesù viene anche ora per me, viene per dare una risposta a tutte le sofferenze che mi affliggono, viene continuamente da me per darmi la forza e farmi ripartire nonostante i vari problemi che devo affrontare.
Le candele benedette che abbiamo tenute accese all’inizio di questa cerimonia sono il segno della nostra fede in Dio. Dio è la vera luce, è l’unico che può illuminare il cuore di ogni uomo, e si presenta a noi nel volto di questo bambino, nel volto di ogni persona sofferente che ha bisogno del nostro amore e della nostra solidarietà. Oggi siamo invitati, anche noi, ad andare incontro al Signore con la lampada della nostra fede accesa, siamo invitati a riconoscere nel Signore Gesù la luce del nostro percorso di fede.
Senza la Luce del Vangelo siamo persi nelle tenebre e nelle nostre miserie umane, e vaghiamo nel nostro mondo senza avere la pace interiore.
Al Salmo abbiamo ripetuto varie volte una frase che dovremmo ripetere continuamente nella nostra vita: “Vieni, Signore, nel tuo Tempio santo”, ricordandoci che il Tempio santo in cui deve entrare il Signore siamo tutti noi. Se facciamo entrare il Signore dentro di noi, attraverso la sua presenza in noi, siamo il Tempio Santo in cui è presente Dio.
“Vieni, Signore, nel tuo Tempio santo”.

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