17 domenica Ordinario
Liturgia della Parola > Tempo Ordinario
17 domenica Ordinario
Questa è la terza domenica nelle quali stiamo leggendo il capitolo 13 di Matteo, nel quale Gesù ci parla del Regno dei Cieli. La prima domenica il Regno dei Cieli è stato paragonato a un campo nel quale il seminatore semina il seme che cresce o che viene soffocato dai rovi, domenica scorsa è stato paragonato al seme che cresce assieme alla zizzania, e che è simile anche a un piccolo granello di senape e a una manciata di lievito che fa fermentare la farina.
Oggi, il Regno dei Cieli, in tre brevi parabole, è paragonato a un tesoro nascosto, è paragonato a un mercante che va in cerca di perle preziose, ed è paragonato a una rete che è gettata in mare per raccogliere i pesci.
Ma cosa è questo “Regno dei Cieli” del quale parliamo spesso? Noi pensiamo subito a un luogo e fissiamo lo sguardo al Cielo dove immaginiamo che stia Dio! Senz’altro è anche questo, perché nel nostro cuore dobbiamo avere sempre vivo il desiderio di raggiungere Dio. Nella nostra vita dobbiamo avere sempre il desiderio di raggiungere Dio, di custodirlo dentro di noi e di stare sempre con Lui..
Gli Ebrei non nominavano mai il nome di Dio, che chiamavano YHWH (Yahweh) o con altri termini che identificavano Dio (Adonai, …), come anche noi siamo invitati a non nominare il nome di Dio invano. Quando nel Vangelo si parla di regno dei cieli, non si usa il termine “Dio” per non pronunciare il suo nome, come segno di rispetto, ma, con “Regno dei Cieli” si intende dire “Regno di Dio”. Tutti siamo invitati a cercare il Regno di Dio, a cercare di avere la sua presenza nella nostra vita e nella società.
La lettura del primo libro dei Re ci presenta la figura del giovane Salomone che chiede a Dio non la potenza e la ricchezza, ma chiede che Dio gli conceda un cuore semplice, puro, retto, perché possa capire quale è il bene che deve compiere e possa governare guidato dalla volontà di Dio. È bella questa richiesta, ma è anche molto impegnativa. Forse questa richiesta a Dio dovrebbero farla anche molti dei nostri politici e dovremmo farla tutti quanti noi, per capire cosa è meglio fare per il bene di tutti e non per il nostro interesse personale.
Nel brano della Lettera ai Romani, Paolo ci ricorda che il piano di Dio è quello di portare tutti noi a fare esperienza di ciò che è bene per gli altri. Infatti, noi uomini siamo chiamati da Dio a riconoscere che è Lui il bene supremo che dobbiamo raggiungere. È importante riconoscere che il suo Amore è più importante di tutto il resto.
Se Dio e il suo regno per noi sono veramente importanti, allora le tre brevi parabole di cui ci parla il Vangelo, ci indicano che dobbiamo metterci alla ricerca di Dio. Dobbiamo cercarlo. Dio è come quel tesoro nascosto nel campo, che spinge l’uomo ad abbandonare tutto per comprare il campo e possedere quel tesoro; Dio è quella perla preziosa di grande valore che il mercante compra, vendendo tutti i suoi averi. Anche noi dobbiamo essere delle persone che ascoltano, che meditano, che vivono la Parola di Gesù. Dobbiamo essere anche noi quelle persone che buttano la rete nel mare, nel mondo, perché la nostra pesca sia fruttuosa, e possiamo far crescere sempre più il Regno di Dio, qui, sulla terra, con tante persone che manifestano la loro fiducia in Dio, che è infinitamente grande.
Ma, prima di tutto, impegniamoci noi personalmente per sperimentare che Dio è pace, Amore e misericordia, che Dio, per noi, è tutto.