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1 domenica Avvento

Liturgia della Parola > Tempo di Avvento


1 domenica di Avvento

Domenica scorsa abbiamo concluso l’Anno Liturgico, celebrando la festa di Cristo che dovrebbe essere Re, guida, di ciascuno di noi e di tutta l’umanità, e con questa prima domenica di Avvento che stiamo celebrando, iniziamo il Nuovo Anno Liturgico, e, come facciamo il primo gennaio all’inizio del nuovo anno, anche oggi dovremmo scambiarci gli auguri: “Anno nuovo, vita nuova!”. Siamo chiamati a impegnarci con maggior forza nella nostra vita cristiana, e questo tempo di Avvento deve essere uno stimolo per il nostro impegno.
L’Avvento è il tempo nel quale siamo invitati a prepararci, innanzitutto per commemorare la venuta umana del Signore tra di noi con la sua carne, che ricorderemo il giorno di Natale, e per prepararci per la venuta gloriosa di Gesù, alla fine dei tempi.
Geremia ci parla della prima venuta del Signore, discendente di Davide, che porterà la gioia e la salvezza per l’umanità, e che noi rivivremo il giorno di Natale, e San Paolo, in questo brano della prima lettera ai Tessalonicesi, ci esorta a prepararci per la venuta finale del Signore. Paolo ci offre alcune indicazioni e ci dice “il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore [...], per rendere saldi i vostri cuori”, e, aggiunge, “irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo con lutti i santi”. Noi, oggi, abbiamo paura della venuta finale del Signore; invece i primi cristiani ne desideravano la venuta finale, e ripetevano continuamente “Vieni, Signore Gesù”. Non volevano la sua venuta col corpo, perché era già nato, ma desideravano la sua venuta finale nella gloria, per essere uniti in Dio.
Il brano di Luca ci descrive in modo drammatico questa ultima venuta del Signore, e ci parla di segni nel sole, nella luna e nelle stelle, di angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, di persone che muoiono per la paura, di potenze del cielo sconvolte; e inoltre ci dice che, alla fine, “ilo Signore verrà come un ladro di notte”. Vedendo tutto questo, come possiamo desiderare la sua venuta finale? Come possiamo non avere paura per tutti questi sconvolgimenti?
Ma Gesù ci incoraggia a desiderare questo evento e a sollevare verso di esso la nostra speranza, per essere veramente liberi: “Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. Da questo Avvento, il proposito per tutta la nostra vita deve essere quello di tendere continuamente verso il Signore: “A te, Signore, innalzo l’anima mia”, come ci suggeriscono le prime parole della Antifona d’ingresso.
Quindi, nell’Avvento, non pensiamo solo a prepararci spiritualmente per celebrare questo Natale, quando ricorderemo l’incarnazione del Signore, ma tutta la nostra vita deve essere vissuta come Avvento, come attesa del Signore, perché il Signore viene ogni giorno, ma verrà in modo totale e definitivo al termine della storia, alla fine dei tempi.
Prepariamoci a incontrarlo in questo Natale, ma prepariamoci anche a incontrare alla fine dei tempi, il “Dio veniente”. Non fermiamoci all’oggi, ma guardiamo oltre. Ci sarà un mondo nuovo, un’altra vita. Un mondo più buono e più giusto, dove sarà sempre presente Dio con il suo Amore e la sua pace: c’è il Regno dei Cieli; prepariamoci per raggiungerlo, con una vita di amore, di pace, sempre uniti a Dio. Tutta la nostra vita deve essere un "Avvento", nel quale ci prepariamo per ricevere il "Signore che viene" ogni giorno, e che verrà anche alla fine dei tempi.

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