14 domenica Ordinario
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14 domenica Ordinario
Stiamo vivendo in un periodo nel quale incontriamo molte difficoltà per andare avanti, difficoltà a livello politico, a livello sociale e nel rapporto tra di noi. La pandemia che stiamo vivendo ci sta procurando grandi prove e ha cambiato completamente i rapporti tra noi, e dobbiamo riiniziare per andare avanti, cercando veri valori per la nostra vita e per la nostra società. Continuamente sentiamo il discorso che nella nostra vita e nella società qualcosa va cambiato. Se ne parla continuamente in politica e anche nei nostri discorsi diciamo sempre che qualcosa non va e che ci deve essere qualcosa di diverso, di nuovo.
Per entrare in rapporto con gli altri possiamo assumere un atteggiamento di umiltà, di semplicità e di rispetto, oppure possiamo seguire la strada nella quale imponiamo le nostre idee sugli altri. Pensiamo agli abitanti di Hong Kong che in questo periodo stanno perdendo la loro democrazia a causa di un governo che vuole imporre la propria cultura e la propria mentalità. Purtroppo, in tanti casi, si vuole cambiare la storia del mondo con l’imposizione delle proprie idee e la mancanza di rispetto degli altri.
La prima lettura di Zaccaria esorta a gioire perché presenta l’immagine della venuta del Re, giusto e vittorioso, umile, che cavalca un asino e che spezza i simboli e gli strumenti della guerra. Questo strano re non ha nulla a che vedere con i grandi della terra, è diverso: questo Servo Sofferente che Zaccaria ci presenta è immagine di Gesù Cristo, che è modello di colui che serve i propri fratelli. Gesù si presenta semplice, amorevole, seduto su un asino; e anche noi come cristiani dobbiamo presentarci agli altri allo stesso modo di Gesù. Lasciamo ad altri di sedersi, non sull’asino, ma di sedersi su un “caccia” per bombardare, per opprimere e sfruttare gli altri.
Purtroppo, spesso, come ci dice Paolo, l’uomo si lascia guidare dal dominio della carne. Tutti noi siamo stati battezzati, abbiamo un rapporto diretto con Dio attraverso i sacramenti e la nostra preghiera, e quindi lo Spirito di Dio abita in ciascuno di noi: se veramente dentro di noi c’è lo Spirito di Dio, allora la nostra vita cristiana deve essere caratterizzata dalla gioia e dalla bontà verso Dio e verso i nostri fratelli. La Liturgia odierna ci invita a vivere guidati e illuminati dallo Spirito di Amore di Dio, e non dalla nostra carne. Vivere secondo lo Spirito.
Tutti noi siamo stanchi, siamo oppressi da tante situazioni difficili che dobbiamo vivere, e talvolta ci sentiamo spaesati e non abbiamo più la forza e la volontà di raggiungere Dio come nostra meta, e Gesù ci invita a seguire Lui con un cuore semplice, ci invita anche a saper accettare le nostre croci quotidiane, e solo facendo questo cammino riusciremo a riconoscere che Dio è nostro Padre che ama ogni uomo, anche quelli che noi mettiamo da parte ed escludiamo. “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. È il Signore la nostra gioia e la nostra pace.
Tutti noi sappiamo che nel Vangelo è presente un inno di ringraziamento a Dio, ed è quello del Magnificat, quando Maria ringrazia Dio per la sua bontà e la sua misericordia, ma anche nel Vangelo odierno c’è un inno di lode a Dio Padre, quando Gesù esclama: “Ti rendo lode, Padre, perché queste cose le hai rivelate ai piccoli”; e questi “piccoli” siamo noi se abbiamo l’animo libero dalla mentalità odierna e non ci lasciamo condizionare dalla schiavitù del mondo moderno. Siamo “piccoli” se non confidiamo in noi stessi e nelle nostre capacità, ma se confidiamo solo in Dio e sulla sua Parola.
Se viviamo nell’amore, nella pace, nella misericordia di Dio, come Maria e come Gesù che hanno sperimentato l’amore e la misericordia del Padre, allora anche noi, con la nostra vita di amore e di pace verso tutti i nostri fratelli, possiamo innalzare un inno di lode a Dio nostro Padre. “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra”, per il tuo amore e per la tua misericordia.