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1 domenica di Avvento

Liturgia della Parola > Tempo di Avvento


1 domenica di Avvento

Domenica scorsa, celebrando la solennità di Cristo Re, abbiamo concluso l’Anno Liturgico, durante il quale ci ha accompagnato la riflessione sul Vangelo di Luca. Oggi iniziamo il nuovo Anno Liturgico con l’inizio del Tempo di Avvento, e durante quest’anno ci aiuterà nella nostra crescita, prevalentemente, la lettura del vangelo di Matteo.
Il tempo di Avvento è un tempo di “attesa”, e in questo Avvento che oggi iniziamo, siamo invitati a scuoterci dal periodo di tiepidezza che possiamo avere avuto nell’anno appena trascorso. Sono tanti anni che stiamo vivendo l’Avvento: come lo abbiamo vissuto? Con impegno e generosità, oppure lo abbiamo vissuto solo per prepararci a vivere egoisticamente e umanamente la festa del Natale? Ormai siamo abituati da tanti anni a vivere l’Avvento: ormai non ci dà più niente di nuovo e lo viviamo senza lasciarci coinvolgere.  
All’inizio di questo nuovo anno liturgico è molto importante che rivolgiamo il nostro sguardo su Dio e sulla nostra vita, esaminando quali cose ci allontanano dal Signore. In questo modo possiamo incontrarlo sia il giorno di Natale, quando ricorderemo che nasce per noi, e possiamo prepararci ad accoglierlo in ogni momento della nostra vita e quando verrà alla fine dei tempi per condurci presso Dio Padre.
La nostra vita è un cammino, è un pellegrinaggio che tutti noi dobbiamo fare per raggiungere una meta, come hanno fatto i popoli decritti nella prima lettura, che raggiungono Gerusalemme (“Venite, saliamo sul monte del Signore, al Tempio del Dio di Giacobbe”), e la meta che noi dobbiamo raggiungere, iniziando da questo Avvento, la meta che dobbiamo raggiungere è l’incontro con Dio. Dobbiamo incontrarci con Dio e con i nostri fratelli.
All’inizio di questo tempo di Avvento, Gesù ci rivolge un invito e ci dice di Vegliare, ci dice “Vegliate”: dobbiamo “vegliare” per poterci incontrare con Dio. “Vegliare” vuol dire che dobbiamo pregare, vuol dire che dobbiamo restare nel silenzio, lontani dalle cose umane, per poter sentire la voce di Dio (Gesù pregava anche la notte). “Vegliare”, vuol dire che dobbiamo attendere con gioia la venuta finale del Signore che ci porterà a contemplare il volto di Dio. Dobbiamo vegliare, per vivere questa attesa del Signore.
Siamo invitati a “vegliare”, pregando per vincere le tentazioni del male (anche Gesù è stato tentato nel Getsemani), ma principalmente siamo invitati a vegliare, per amare: di fatto, chi ama, veglia. La madre veglia sul proprio figlio perché lo ama, il padre veglia sulla sua famiglia, noi cristiani vegliamo nell'attesa di Dio, perché lo amiamo.
Anche Paolo, nel brano ai Romani, ci esorta a svegliarci dal sonno, “perché adesso la nostra salvezza è più vicina”, e ci esorta a comportarci onestamente, in modo che possiamo essere rivestiti della luce di Cristo.
L’Avvento è tempo di gioia perché ci prepariamo ad incontrare il Signore, e incontrarci con il Signore deve produrre tanta gioia in noi. Non sappiamo quando avverrà il nostro incontro definitivo con Lui, e allora cerchiamo di vivere con impegno e generosità questo tempo di attesa, questo tempo di vigilanza, come se ogni giorno fosse l’ultimo della nostra vita.
“Vegliate! State pronti!”.

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