13 domenica Ordinario - Sito di don Antonello

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13 domenica Ordinario

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13 domenica Ordinario

Questo brano del Vangelo ci mette in crisi, e pensiamo che forse Gesù pretende troppo da noi. Nel nostro cammino come cristiani abbiamo scoperto che il Signore è il Buon Pastore, che è un Padre per tutti noi, che è comprensivo, che è sensibile e buono, e oggi le sue parole, invece, ci provocano, vediamo che c’è tanta distanza tra le parole del Signore e la nostra vita. Potrebbe sembrare che quasi ci chieda di non voler bene ai nostri parenti. Per molti, essere cristiani significa essere battezzati, ricevere la prima comunione e la cresima; per tanti altri la fatica più grossa è quella di andare a messa la domenica e di recitare una preghiera la mattina e la sera. Forse anche il nostro rapporto con Cristo è superficiale e non incide sulle varie scelte che facciamo.
Oggi le parole di Gesù sono una doccia fredda che ci risvegliano dal torpore che abbiamo, e ci fanno chiedere come è il nostro rapporto con Lui. Domandiamoci se siamo disposti ad amarlo, e quali sacrifici siamo disposti ad affrontare per aderire sempre più a Lui e ai fratelli.
Lui ci chiede di amarlo più del padre, della madre, dei figli, “chi ama padre o madre più di me non è degno di me, …”, e tante volte noi diciamo che “teniamo famiglia”, ed è giusto pensare alla propria famiglia, è una manifestazione del mio amore. Gesù ci chiede di fare sacrifici, di rinunciare a tante realtà, di andare verso la Croce, e noi ci giustifichiamo dicendo che tanto “così fan tutti”, e continuiamo a cercare una vita comoda e tranquilla. Tutti, noi preti e voi laici, siamo ossessionati da problemi della nostra salute e dall’andamento economico della Borsa, e rifiutiamo Gesù che ci dice di perdere la nostra vita per Lui. Noi, la nostra vita umana, ce la teniamo ben cara: più dell’amore di Cristo, anche per noi è più importante l’amore della famiglia, il rinunciare alla Croce e tenermi la mia vita di comodità e di tranquillità.
Dicevamo domenica scorsa che nella nostra vita è presente il peccato, e, ci dice Paolo, che noi battezzati nella morte di Gesù “possiamo camminare in una vita nuova”: questi sono i “cieli nuovi e la terra nuova” di cui ci parla continuamente la Sacra Scrittura. Possiamo essere delle persone nuove, anche se è molto difficile essere delle persone diverse. Dobbiamo cambiare completamente il nostro atteggiamento.
Al primo posto ci deve essere sempre l’amore per Dio, e se sono pieno del suo amore, allora il mio cuore si apre anche verso gli altri. Amerò la mia famiglia, accoglierò gli altri che hanno bisogno, sarò come quella donna di Sunem che accoglie Eliseo come il profeta inviato da Dio: “chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto: … non perderà la sua ricompensa”. Non è sempre facile, ma nel mondo ci sono tante persone che cercano di seguire le parole di Gesù. Pensiamo a certi che lavorano in banca, che non faranno carriera ma che non imbrogliano gli indifesi, pensiamo a dirigenti che non scartano i meno capaci, a tanti insegnanti che si impegnano con alunni in casi disperati, a tante persone che si impegnano con adolescenti e giovani per prepararli ad affrontare la vita. Pensiamo anche alle tante persone che sono dedicate agli altri in questo periodo della pandemia. Possiamo essere diversi anche noi!
E allora, rivolgiamo questa preghiera della Colletta: “Infondi in noi, o Padre, la sapienza e la forza del tuo Spirito, … pronti a far dono della nostra vita per manifestare al mondo la speranza del tuo regno”. Con la nostra fede concreta possiamo consentire al cristianesimo di vivere ancora nella nostra società. Impegniamoci a cambiare vita!

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