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Liturgia della Parola > Natale
NATALE
 
 
           Noi uomini, specialmente in questo tempo, abbiamo bisogno di buone notizie, di notizie di vita e di gioia. Ci sono troppi fatti negativi, tante crisi per la mancanza di lavoro, per le varie guerre che sono presenti nel mondo, tanti furti, tanti atti di violenza alle persone, che possono deprimerci e scoraggiarci.
 
           E puntuale, come ogni anno, il 25 dicembre arriva la solennità del Natale, che è la festa della gioia, della vita, del futuro, della famiglia, della pace, dell'armonia, della bontà e della tenerezza.  È questa la vera buona notizia per la nostra storia che si rinnova ogni anno, e che parte da quella grotta di Betlemme, dove risuona il vero canto della gioia, perché lì nasce il Redentore.
 
           Il Natale, anche in questo nostro tempo di Internet e di posta elettronica, riparte ogni volta, non dal computer, ma il Natale riparte dall'annuncio degli Angeli sulla grotta di Betlemme dove la santa famiglia, aspetta la visita di quanti vanno a vedere con i loro occhi la gloria di Dio che si è manifesta in Gesù bambino, e dove la Santa Famiglia aspetta che arriviamo anche noi per possedere Gesù, l'Emmanuele, il "Dio con noi".
 
           Non dobbiamo temere, non dobbiamo scoraggiarci, perché con il Natale la gioia è entrata nel nostro mondo, e Dio si è fatto uomo ed è in mezzo a noi. La buona notizia è che ci sarà pace ed amore sulla terra solo per quanti accettano di vivere davvero il Natale di Gesù, Giuseppe e Maria. Il Natale che Gesù ci chiede di celebrare e vivere è un Natale contrassegnato dalla pace e dall'amore verso tutti, e non un Natale di piacere, di divertimento, in cui è presente l'odio, il risentimento, la guerra, la violenza, l'ingiustizia e la cattiveria.
 
           Come hanno fatto i pastori, anche noi dobbiamo correre ad incontrare la gioia del Signore. Non possiamo rimanere immobili con i nostri pensieri, con le nostre angosce, con i nostri problemi; i pastori "andarono, senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia". Solo la mangiatoia, ha accolto il Signore perché non c'era posto per lui nell'albergo. Gli uomini non lo hanno accolto, e il Figlio dell'Altissimo ha trovato calore laddove le bestie mangiano il loro fieno. Che strano il Natale! È la festa dell'uomo che non accoglie Dio, ed è la festa di Dio che invece accoglie l'uomo. La mangiatoia è il posto dove si realizza l'Amore di Dio, di questo Dio che vuole ridare dignità a ogni creatura: vuole ridare dignità alla creatura che tradisce, vuole ridare dignità alla creatura che uccide, che violenta, che genera ingiustizie e sofferenze.
 
           Ora la mangiatoia è vuota e c'è posto nella mangiatoia anche per tutti noi, perché possiamo diventare strumenti di Amore e di accoglienza per tutti.
 
           Il Natale ci chiede conversione e rinnovamento, distacco dalle cose mondane e ricerca della giustizia, della pietà, coltivando la vera speranza cristiana, senza la quale il Natale è un giorno di festa nel quale mangeremo il panettone, berremo qualcosa in più, ma sarà una festa che durerà solo fino a Santo Stefano, a domani. E nel nostro cuore resteremo come eravamo prima del Natale. "I pastori (dopo l'incontro con Gesù) se ne tornarono, glorificando e lodando Dio".
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