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LPQS Domenica delle Palme

Liturgia della Parola > Quaresima > Settimana Santa
Domenica delle Palme

Oggi, domenica delle Palme, ci vengono presentate due immagini: il trionfo e la passione di Gesù. La Messa è  preceduta da un rito, la benedizione delle Palme, che rievoca l'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, pochi giorni prima della sua Pasqua di morte e risurrezione, mentre il Vangelo ci mostra la tristezza della sua Passione.
I rami di palma che portiamo, sono un rivivere la folla osannante all'arrivo di Gesù, "Benedetto colui che viene nel nome del Signore... Osanna nel più alto dei cieli", e questo è in contrasto con la folla che subito dopo ne chiede la crocifissione, come rivivremo nella lettura della Passione.
I Discepoli sono stati con lui tre anni, eppure Giuda lo tradisce, Pietro lo rinnega, gli altri, eccetto Giovanni, fuggono. Il Sinedrio imbandisce un processo, Pilato manda a morte un innocente, i soldati lo torturano schernendolo, i passanti lo insultano. Solo le donne non si vergognano del loro amore, e Giuseppe di Arimatea si presenta a Pilato a reclamare quel corpo straziato, per dargli decorosa sepoltura.
E Gesù? Di fronte a tanta ingiustizia, non una parola di odio, non un moto di ribellione. Esclama solo “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?", che non è un segno di disperazione, come qualche volta possiamo aver pensato, ma è l'inizio del Salmo 21, che è la preghiera di un giusto perseguitato, il quale constata la tremenda situazione in cui è venuto a trovarsi, ma non gli viene meno la fiducia in Dio. È rimasto fedele alla sua missione. Il vangelo di oggi si ferma alla sua sepoltura; ma la pagina successiva racconta la sua risurrezione: dopo la morte c'è la vita nuova.
Oggi non dobbiamo solamente contemplare Gesù che viene innalzato sulla croce, quando offre il suo corpo e versa il suo sangue, ma dobbiamo seguirlo anche noi, immedesimandoci, per essere crocifissi con lui: per essere crocifissi al male, per essere crocifissi al peccato, per essere crocifissi alla violenza, all'ingiustizia, all'oppressione, allo sfruttamento degli altri, per essere crocifissi al nostro egoismo, al nostro orgoglio.
E la croce di Cristo ci mostra che la croce è Amore, e la nostra croce deve essere amore a Dio e amore agli altri.
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