3 A Giovedì 21
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21 dicembre
Al salmo responsoriale ripetiamo varie volte questo ritornello: "Esultate o giusti nel Signore, cantate a lui un canto nuovo", cioè siamo invitati a esultare, a gioire nel Signore, e siamo invitati a cantare inni di lode al Signore, con un canto nuovo. Siamo invitati a gioire, ad avere la gioia nel profondo del nostro cuore: dobbiamo gioire perché il Signore è intervenuto a liberarci, è venuto a salvarci, a renderci delle persone nuove. Questo è il mistero che celebreremo tra pochi giorni, il giorno di Natale.
Nel Cantico dei Cantici troviamo questa frase: "Una voce; l'amato mio, ecco, viene saltando per i monti", ed è proprio quello che realizzeremo tra pochi giorni. Il nostro "amato", colui che è stimato da tutti quanti noi, viene. Questo deve produrre nel cuore di ciascuno di noi una grande gioia, perché non siamo soli, perché il Signore è venuto a salvarci, è venuto a renderci delle persone nuove, delle persone che non sono più sotto il dominio del peccato, del male, ma delle persone che vivono una vita nuova, che è una vita di pace, di amore, di misericordia, che deve essere una vita di unione totale con Dio, nostro liberatore, nostro Salvatore.
Le parole del profeta Sofonia ci esortano a questo. Sofonia dice: "Rallegrati, perché il Signore è sceso a liberarti, rallegrati perché il Signore è in mezzo a te": questo è un incoraggiamento per noi, in tutti quanti i momenti della nostra vita, anche in quelle situazioni tristi, dolorose, che possiamo sperimentare, in quelle situazioni che ci affliggono continuamente. Rallegrati, perché quello che è importante è avvenuto per te, rallegrati perché è avvenuta la tua salvezza, rallegrati perché sei una persona nuova, perché sei una persona che non è sola, ma "il Signore tuo Dio è in mezzo a te", e questo deve contare per tutti quanti noi.
La nascita di Gesù nel nostro cuore deve produrre la gioia, come è avvenuto per Giovanni Battista. Elisabetta aspetta la nascita di Giovanni, e a Maria che è andata a visitarla, dice "appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo". La nostra vita deve essere così, dobbiamo sussultare di gioia perché il Signore è presente, perché il Signore è con noi e non ci lascia schiavi del nostro peccato e della nostra sofferenza, ma ci dà la possibilità di essere nuovi, di essere delle persone diverse, che vedono nella sua presenza una dimensione di amore.
"Dobbiamo cantare al Signore un canto nuovo", che è un canto di gioia che dobbiamo avere. Tante volte noi cristiani siamo accusati di essere tristi e di non avere la gioia: dobbiamo cantare al Signore con gioia, ma dobbiamo cantare un canto al nuovo, che è il canto della nostra vita di amore, il canto nuovo del saper accettare anche le sofferenze, il canto nuovo del non giudicare e del non criticare. Cantiamo al Signore un canto nuovo. È questo che vuole il Signore da noi. Vuole una vita nuova, una vita diversa; non come quella che abbiamo vissuto fino a questo momento, in cui diciamo anche "ti amo Signore", ma in cui la nostra vita è completamente diversa, perché siamo sempre piene di orgoglio, di peccato, e allora il nostro amore per il Signore, forse è solo con le nostre parole, e non dipende dalla nostra vita. Il canto nuovo è quello della vita nuova che dobbiamo avere, e che ci dà la presenza di Gesù.