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LPO 11 domenica

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11 domenica Ordinario

Il regno di Dio viene paragonato a un seme che un agricoltore getta sul terreno. Il Regno di Dio, l'infinito di Dio è raccontato da un minuscolo seme, è paragonato alla freschezza di un germoglio di senape, il più piccolo dei semi.
Nel regno di Dio accade come quando un uomo semina. L’uomo semina, e senza che lui lo sappia, da quel piccolo seme vengono fuori tanti frutti. Il Regno accade, succede perché Dio non è stanco di noi, perché Dio ancora esce a seminare, viene a immettere ogni giorno nell'universo i semi, viene a mettere le sue energie. Ogni uomo viene riempito dalla energia, dalla forza divina, perché nessuno è lontano dalla sua mano viva.
Che l’uomo dorma o vegli, che sia notte o giorno, il seme infinito di Dio germoglia e cresce. Nella natura, alla sera vediamo un bocciolo, e il giorno dopo vediamo che si è aperto un fiore. Senza alcun intervento esterno. Fiorisce, per la forza della natura.
Allo stesso modo, le cose di Dio, le cose buone crescono e fioriscono per una misteriosa forza interna, che è da Dio, che è il suo Amore per l’uomo. E tutto fiorisce, nonostante le nostre resistenze e le nostre distrazioni. Tutto il bene fiorisce nel mondo e nel cuore dell’uomo, anche se dormiamo o lo rifiutiamo. Ci vuole molta pazienza.
La seconda parabola di cui ci parla Gesù, ci mostra la sproporzione che c’è tra il granello di senapa, il più piccolo di tutti i semi, e il grande albero che nascerà dal piccolo seme di senape. Questo granello di senape non salverà il mondo. Noi non salveremo il mondo. Ma, ci dice Gesù, che gli uccelli verranno e faranno il nido in questo grande albero che nascerà.
All'ombra del nostro albero, all’ombra della nostra vita buona, accorreranno in molti, all'ombra della nostra vita altri troveranno ristoro. La parabola del granello di senape ci racconta la preferenza che Dio ha per i mezzi poveri, per le cose semplici e umili; dice che il suo Regno cresce per la forza segreta e misteriosa che hanno le cose buone.
Il nemico semina morte, noi come contadini pazienti e intelligenti dobbiamo scommettere sul buon grano. Noi credenti siamo campo di Dio e dobbiamo accogliere i semi dello Spirito, nonostante intorno a noi e dentro di noi ci siano situazioni che vogliono seminare morte e non la vita.
Un seme che dal vento è deposto nelle fenditure di un muro, è capace di viverci; è capace, nonostante il suo germoglio sia fragilissimo, è capace di aprirsi una strada anche in mezzo all'asfalto.
Gesù ha immesso un germe; noi, con la nostra vita, con le nostre preghiere, con le nostre parole, seminiamo e, nonostante tutto, il seme buono che abbiamo seminato, fiorirà. Quando fiorirà? Ho seminato da tanto tempo, quando vedrò i frutti? Ci vuole fiducia e pazienza, ma fiorirà. Dio è sempre all'opera, anche con le nostre piccole cose.

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