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LPQ 3 domenica

Liturgia della Parola > Quaresima > Quaresima 3 settimana
3 domenica Quaresima
Il Tempo di Quaresima è il tempo dell'esodo, del passaggio da uno stato di peccato alla libertà dei Figli di Dio, e oggi il brano del Vangelo ci manifesta una frase che ci indica quello che deve essere il nostro rapporto con Dio: Non fate della casa del Padre mio una casa di mercato! Sono queste le parole che Gesù dice nel cortile del Tempio, quando scaccia i venditori e i cambiavalute, che avevano ricevuto l'affitto di quel luogo dai sacerdoti.
Gesù prepara una frusta e attraversa l'atrio del tempio come un torrente impetuoso, travolgendo uomini, animali, tavoli e monete. Il suo è un gesto infiammato, che qualche volta ci può aver turbato nel vedere la figura di Gesù quasi violenta, ma è un gesto che è carico di profezia: Non fate della casa del Padre mio una casa di mercato!
Quale è la casa di Dio? Per il popolo ebreo la casa di Dio era il Tempio di Gerusalemme, luogo della presenza di Dio, dove era custodita l'Arca della Alleanza dove erano conservate le Tavole della Legge che erano segno e strumento dell'alleanza sigillata tra Dio e gli uomini (1 lettura), e qui nel Tempio gli ebrei andavano per purificarsi e per lasciare le loro offerte.
Non fate della casa del Padre mio una casa di mercato!  Gesù dice di non fare mercato della fede, di non adottare con Dio la legge scadente della compravendita, dove diamo qualcosa a Dio (una messa, un'offerta...) perché lui dia qualcosa a noi.
Per noi, quale è la casa di Dio? Qualcuno mi risponderà che è la chiesa dove ci troviamo, che purtroppo in certi momenti sembra proprio un mercato con i nostri modi di fare e con le nostre continue parole. Ma la casa di Dio non è solo la chiesa, ma principalmente la casa di Dio è ogni persona, il nostro cuore, e la casa di Dio è tutto il creato. E noi persone umane e tutto il creato non possiamo essere sottomessi alle regole del mercato secondo le quali il mercato del denaro vale più della vita.
Gesù purifica il tempio spingendo uomini, pecore, colombe e ogni vivente fuori dal recinto, fuori dalle logiche del dare e dell'avere, della compravendita. Il Tempio di Dio è l'uomo, e Gesù ci dice: non farne mercato! Non umiliarlo con le leggi del denaro. Non vendere la sua dignità, non sacrificare i suoi affetti sull'altare del mercato.
La mentalità odierna ci dice che è bene quando c'è più denaro ed è male quando non ce n'è. La felicità nella vita ce la da il dare e il ricevere amore. Non mercanteggiamo il nostro cuore profanando il povero, il bambino, il creato, che sono la casa di Dio.
I Giudei vedendo che Gesù si è comportato in questo modo, chiedono:: Quale segno ci mostri per fare così? Gesù risponde portandoli su di un altro piano, e dice Distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò, non parlando del Tempio di pietre, ma anticipando quello che avverrà il giorno della Resurrezione, perché vera casa di Dio è il suo corpo, come deve essere casa di Dio ogni uomo e tutto il creato, che continuamente distruggiamo cercando i nostri interessi.
I Giudei chiedono segni, e noi, come ci dice Paolo, "annunciamo Cristo crocifisso …, potenza di Dio e sapienza di Dio".
Non fate della casa del Padre mio una casa di mercato.
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