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LPQ 2 giovedì

Liturgia della Parola > Quaresima > Quaresima 2 settimana
2 giovedì quaresima

Il Vangelo ci presenta due uomini molto diversi tra loro. Uno ricchissimo e l'altro poverissimo. Uno gaudente e spensierato, l'altro affamato e commiserato solo dai cani. Arriva la morte per entrambi, che però ribalta completamente la condizione dei due uomini: il povero gode finalmente accanto ad Abramo quello che non ha goduto in vita, mentre il ricco si trova sepolto, negli inferi, in mezzo a quei tormenti brucianti che non ha saputo comprendere e soccorrere da vivo.
Questo ricco non è stato condannato perché era ricco, no! È stato condannato perché ha usato male la sua ricchezza, perché la sua ricchezza lo ha fatto diventare egoista e pensava solo a se, restando chiuso alle necessità degli altri che avevano bisogno.
Questa improvvisa condizione di sofferenza permette al ricco di scorgere finalmente la presenza di Lazzaro, che non aveva mai notato e neppure aiutato quando era in vita, e non si accorge di quello che era stato mendicante per chiedere perdono perché era stato indifferente alla sua situazione, ma si accorge di lui solo per chiedergli un favore e perché gli dia un po' di sollievo anche solo passeggero, bagnando la sua lingua con una punta di acqua.
Nella vita terrena Lazzaro è stato consapevole della sua miseria e della sua dipendenza da Dio e dagli altri e si mette presso la porta del ricco sperando di ottenere qualcosa e dando al ricco la possibilità di aiutarlo. Il ricco, senza nome, perché possiamo mettere il nome di ciascuno di noi, invece è indifferente e cieco di fronte al povero che giace davanti alla porta: è troppo concentrato su di sé, appesantito dalle ricchezze, non si interessa dei poveri, non usa misericordia, si chiude nel suo piccolo mondo e scava un abisso tra sé e gli altri.
La morte di ambedue mette in evidenza le conseguenze dei loro atteggiamenti nella vita terrena: Lazzaro è consolato e vive felice, il ricco epulone è tormentato dai suoi mali, dalla sua solitudine e dall'impossibilità di colmare il vuoto che lui stesso ha creato col suo egoismo.
Chiediamo al Signore che ci aiuti condividere i nostri beni e le nostre qualità, senza essere mai indifferenti e insensibili di fronte ai bisogni materiali e spirituali del nostro prossimo, in modo da poter vivere eternamente nella gioia della sua presenza.
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