LPO 20 domenica
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20 domenica Ordinario
“Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato”. Sono queste le parole che oggi la Sapienza di Dio, prima lettura, rivolge a ciascuno di noi, perché se vogliamo vivere umanamente dobbiamo nutrirci, e anche per vivere spiritualmente dobbiamo nutrirci del pane spirituale che Dio mette a nostra disposizione.
Sempre il brano dei Proverbi continua dicendoci “abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza”, esortandoci a fare delle scelte saggie nella nostra vita, se vogliamo vivere bene, come ci dice Paolo: “fate molta attenzione al vostro modo di vivere, …, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore”.
L’inizio del brano evangelico odierno riprende l’ultimo versetto del Vangelo di domenica scorsa, e nel brano odierno, che ha solo otto versetti, Gesù ripete per otto volte: "Chi mangia la mia carne vivrà in eterno". E per otto volte Gesù ripete il motivo per cui dobbiamo mangiare la sua carne: dobbiamo nutrirci del Signore semplicemente per vivere, affinché abbiamo la vera vita. Assistendo a tanti omicidi, sperimentando tante malattie gravi, partecipando a tanti funerali, sentendo la vecchiaia, a noi sembra che la nostra vita sia avviata verso la morte, verso la fine di tutto, mentre invece la nostra vita è chiamata a dilatarsi in Dio, siamo chiamati a diventare come Dio.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna. "Ha" la vita eterna, non dice "avrà" la vita eterna. Ha la vita eterna. La vita eterna non è una specie di liquidazione o di pensione che accumulo con il mio lavoro e le scelte della mia vita, e di cui potrò godere alla fine della mia esistenza. La vita eterna è già cominciata, è una vita diversa, vera, giusta, piena di Dio.
Noi, desideriamo la vita, vogliamo gustare la vita? Si? Allora la risposta a questa domanda la dà Gesù, donandoci la sua carne e il suo sangue. Per avere la vita, dobbiamo nutrirci della carne e del sangue del Signore. E la carne e il sangue che Gesù ci dona, non è solo l’Eucarestia, ma la carne e il sangue che ci dona sono tutta la sua vita, con le sue vicende umane, con il suo lavoro, con la sua passione e con la sua risurrezione. Gesù non ci dice di prendere la sua sapienza, di accogliere la sua santità o quello che c’è di sublime in lui! No, non ci dice di prendere questo da Lui: anche questo, ma non solo questo.
Invece ci dice di prendere tutta la sua umanità, tutta la sua esistenza, in modo che diventi il lievito della nostra vita; lui deve fermentare la nostra vita. Tante volte anche noi abbiamo detto che Gesù è il nostro modello e cerchiamo di assomigliargli: è giusto anche questo, che Gesù deve essere il nostro modello! Ma questo non basta. Gesù deve essere la sorgente, deve essere la radice di tutta la mia vita.
Allora mangiare e bere Cristo non vuol dire solo ricevere la Comunione alla Messa, ma mangiare e bere Cristo significa che dobbiamo essere in comunione con tutta la sua vita e con l’elemento essenziale di Gesù: l'amore. Dobbiamo vivere in comunione con Dio. Gli antichi monaci armeni dicevano: 'Voglio essere uno con te! Una sola cosa con te". Quando riceviamo la Comunione, glielo diciamo a Gesù che vogliamo essere una sola cosa con Lui? Dio si è fatto uomo, perché l’uomo, perché ciascuno di noi, si faccia come Dio: Amore.
La vita e l’Amore di Gesù devono essere il lievito della nostra vita.