LPP 6 Pasqua - Sito di don Antonello

Sito di don Antonello
Vai ai contenuti

LPP 6 Pasqua

Liturgia della Parola > Pasqua
6 Pasqua domenica

La prima comunità cristiana era composta da sole persone ebree che avevano riconosciuto che Gesù era il Messia promesso, ma questa prima comunità riteneva che Gesù fosse stato mandato solo a beneficio del popolo d'Israele. È stato necessario l’intervento di Dio, come ci riferisce la prima lettura che parla del battesimo della famiglia del pagano Cornelio, centurione romano, per far capire che Gesù è venuto a redimere tutta l'umanità, tutti gli uomini, senza differenze e senza distinzioni. L’importante è che siano pronti ad accogliere l’Amore del Signore.
San Giovanni, nella sua prima lettera (seconda lettura), ci ricorda che Dio è Amore, e Dio ha amato noi mandando “il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. Questa realtà dell’Amore la troviamo anche nel Vangelo odierno, nelle parole di Gesù, che afferma “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi”.
Noi parliamo spesso di amore, diciamo che questo dell’amore è il nostro compito, il nostro dovere; diciamo che dobbiamo amare gli altri, ma non possiamo far uscire da noi l’amore, se questo amore non ci viene donato da Dio e non viene accolto da noi: dobbiamo diventare come il letto del fiume nel quale scorre il fiume dell’Amore di Dio. E se noi siamo letti del fiume nel quale facciamo scorrere l’amore di Dio, allora Dio ci trasformerà in sorgenti di Amore, e possiamo comunicarlo agli altri.
“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi”, ha detto Gesù, e continua “Rimanete nel mio amore”: dobbiamo entrare nell’Amore di Dio, dobbiamo accoglierlo, dobbiamo abitare nell’Amore di Dio, perché non siamo più “servi”, ma siamo amici di Dio e di Gesù:” Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”. Oggi Gesù ci dice: Rimanete, non andatevene, non fuggite dall'amore. Spesso resistiamo, non siamo disponibili ad amare gli altri perché abbiamo il ricordo di tante ferite che abbiamo ricevuto, di tante delusioni che abbiamo sperimentato, e continuiamo ad aspettarci altri tradimenti dagli altri. Ma Gesù ci dice “arrenditi all’amore”.
Deve rispecchiare in noi lo stesso Amore di Dio: totale, incondizionato. Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. Gesù non ci dice semplicemente amate, ma ci dice di amare gli altri come io vi ho amato. Dobbiamo amare come Cristo, che lava i piedi ai suoi, che non giudica nessuno, che quando è ferito da noi, ci guarda e ci ama. Se amiamo così, allora l’amore di Cristo abita veramente in noi, e non siamo più servi, ma siamo veri amici del Signore. E vivendo così, allora, i frutti che portiamo e che rimangono, saranno la pace, la liberazione, la tenerezza, la giustizia, che restano e che fruttificano, anche se siamo in una società in cui prevale l’odio, l’ingiustizia, la guerra.
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”.
Torna ai contenuti