LPQ 5 martedì
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5 martedì Quaresima
Ci stiamo avvicinando sempre più alla fine del Tempo di Quaresima e i testi del Vangelo ci mostrano che l'incomprensione tra i Giudei e Gesù si fa sempre più forte.
Gesù allude al suo ritorno al Padre, con le parole "dove vado io, voi non potete venire" ed i Giudei fanno dell'ironia, dicendo che forse si vuole uccidere, e Gesù continua sottolineando che essi non possono seguirlo nel suo ritorno al Padre perché sono di quaggiù, chiusi alla luce e alla verità, e dice" Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che lo Sono, morirete nei vostri peccati ".
Alla conclusione di questo brano Gesù continua dicendo "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che lo Sono", e la parola "Io sono" significa Dio: i giudei non accolgono questo discorso del Signore, perché aspettavano un Messia forte e potente, un liberatore d'Israele, aspettavano Colui che doveva innalzare la Nazione sopra gli altri popoli e governare con giustizia e rettitudine. E Gesù afferma che il popolo, lo riconoscerà come "lo Sono" (cioè come Dio), come il Messia, quando sarà innalzato da terra, mistero che celebreremo il Venerdì Santo, quando rivivremo l'innalzamento sulla Croce di Gesù, dove si attua la totale obbedienza al Padre.
"Allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me", esclama Gesù, mentre i farisei non capivano che il Cristo, in tutto ciò che fa e dice, è espressione del Padre, della sua volontà per il bene dell'uomo.
"A queste sue parole molti credettero in Lui": e noi? La croce di Gesù la vediamo come la manifestazione dell'amore di Dio verso ciascuno di noi? Noi, siamo ancora di "quaggiù", legati alle nostre realtà umane? Se siamo ancora di "quaggiù" non possiamo seguirlo nella sua resurrezione e nel ritornare dal Padre.