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LPQ 4 domenica Laetare

Liturgia della Parola > Quaresima > Quaresima 4 settimana
4 domenica Quaresima
Laetare

Il nucleo fondamentale, la sintesi del Vangelo è che Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio.  Anche se siamo in Quaresima considerata tempo di sacrificio e di penitenza, questa quarta domenica di Quaresima è chiamata "Laetare", perché ci apre alla gioia, come dicono le parole dell'antifona d'ingresso: Rallegrati, …, Esultate e gioite …, e questa domenica ci apre alla gioia perché siamo invitati a saziarci dell'abbondanza della consolazione che ci verrà mostrata proprio nel sacrificio di Cristo sulla croce.
Dio ci ha amato, la luce è venuta. Dio è già qui, ha riempito di sé noi e il mondo, e il mondo e ciascuno di noi ci siamo imbevuti di lui, come quando siamo stanchi e affaticati fisicamente e abbiamo necessità di un bicchiere d'acqua.
Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio e perché recitiamo le nostre preghiere, magari come ha fatto il fariseo al Tempio, ingannandoci, ma siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama, e ci ha amato a tal punto da dare suo Figlio, regalandoci un cuore grande. Io da Dio sono amato come Cristo, con la stessa fiducia, con grande gioia, nonostante tutte le delusioni che io so procurargli con la mia vita; e Dio continua ad amarmi; ed io gioisco per questo.
La prima lettura ci parla della vicenda storica del popolo d'Israele che non è stato capace di accogliere l'amore attento e premuroso di Dio nei suoi confronti. La successiva esperienza dell'esilio del popolo ebreo, interpretata inizialmente come una punizione, si rivelerà invece come una situazione nella quale gli ebrei sperimentano ancora l'amore di Dio nella figura di Ciro, che sarà lo strumento attraverso cui Dio salva Israele.
Non è solo l'uomo, ma è il mondo intero che è amato da Dio: la terra, gli animali e le piante e la creazione tutta. E se Dio ha amato il mondo e la sua bellezza, allora anche io devo amare il creato come te stesso, devo amarlo come amo il mio prossimo.
A Pentecoste canteremo: del tuo Spirito Signore è piena la terra. Tutta la terra, niente e nessuno escluso. Del tuo Spirito Signore è piena la terra.  Tutta la terra, ogni persona, ogni cosa creata, noi, siamo pieni dello Spirito d'Amore, anche se ci appare invece che il mondo, la società, la nostra famiglia, siano pieni di ingiustizia, di sangue, di follia, di crisi, di fame.
Perché esiste questo Spirito d'amore che riempie ogni cosa, allora posso e devo credere nell'uomo. Dio non ha mandato il Figlio per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato. A Dio non interessa fare processi contro di noi, neppure per assolverci nell'ultimo giorno, quando ci presenteremo davanti a Lui. Il rapporto che ci deve essere tra Dio e noi non deve essere un rapporto di paura, non deve essere un rapporto di tribunale nel quale ho paura di Dio, ma deve essere un rapporto di amore.
Dio ha tanto amato, e anche noi come Lui, dobbiamo amare: ci dobbiamo impegnare non per salvare il mondo, perché l'ha già salvato Lui, ma ci dobbiamo impegnare per amarlo; non ci dobbiamo impegnare per convertire le persone, perché è Dio che converte le persone con il nostro contributo, ma dobbiamo impegnarci almeno per amare tutte le persone e tutto il creato.
Concludo con le parole di Paolo: "Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati".
Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio.
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