LPQ 5 giovedì
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5 giovedì Quaresima
La polemica fra Gesù e i giudei ormai ha raggiunto livelli critici, e ora la causa è la morte e il destino dell'uomo nell'aldilà. Nel brano del Vangelo odierno troviamo queste parole che Gesù rivolge ai Giudei: "Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte", che, per i Giudei è una affermazione con la quale lo accusano di falsità. Lo accusano di essere indemoniato, perché Abramo e tutti i profeti sono morti, mentre lui continua a dire che quelli che osservano la sua parola non moriranno in eterno. Gesù continua dicendo che lui è superiore ad Abramo, perché "questi vide la sua venuta e ne godette", esultando di vedere il suo giorno.
Con disprezzo i Giudei gli fanno notare che non ha nemmeno cinquant'anni, e perciò non può aver visto Abramo, e Gesù arriva alla rivelazione totale: "Prima che Abramo fosse, lo Sono (Dio)", e a questo punto gli avversari non lo ascoltano più.
È la situazione della Chiesa che accade anche oggi. Anche noi tante volte non siamo disposti ad ascoltare il Signore, perché seguire la sua parola non è sempre facile, e talvolta nella Chiesa ci possono essere anche persone che si considerano depositari unici ed indispensabili della verità, e caricano gli uomini di pesi che tante volte sono difficili da portare e che, magari loro non vivono.
Il Vangelo non è una semplice ideologia o una serie di atteggiamenti morali da attuare. Il Vangelo, la sua Parola, è rivelazione del progetto del Padre, per darci la vita, e la vita eterna, che ci libera dalla morte, e ci apre alla vita di Dio per sempre.
Ci stiamo avvicinando alle feste pasquali, e l'insegnamento di Gesù ci conduce ad accoglierlo e a fidarci di lui, a lasciarci liberare dal peccato, e a presentarlo agli altri, con le nostre parole e con la nostra vita, come l'unico Salvatore.