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LPO 17 domenica

Liturgia della Parola > Tempo Ordinario
17 domenica Ordinario

Lo stile di vita che Gesù è venuto a proporci è sconvolgente: ci chiede di amarci, ci chiede di perdonare sempre, di amare anche i nemici, ci chiede di prendere sulle nostre spalle anche il male che hanno gli altri. La nostra vita religiosa è spesso solo esteriore, fatta solo di pie pratiche, e Gesù avvertiva che era necessario fare un passo avanti verso l'interiorità e non pensare solo all’esteriorità, e anche noi dobbiamo vivere cercando di essere in comunione tra noi, in fraternità.
Tanti secoli fa, il nord di Israele è stato afflitto da una grave carestia, e un uomo arriva dal profeta Eliseo portandogli in dono venti pani d’orzo. Eliseo, nonostante la carestia che anche lui sperimenta, non vuole godere egoisticamente di quella abbondanza che gli è stata data, ma dà ordine di condividerla con gli altri: “Dallo da mangiare alla gente”; e le cento persone che erano presenti “ne mangiarono e ne fecero avanzare”, “secondo la Parola del Signore”: nulla è impossibile a Dio.
Da oggi non leggiamo il Vangelo di Marco, perché per alcune domeniche sentiremo il capitolo sesto di Giovanni che ci parla principalmente del “pane”, pane tanto caro a Gesù che il Giovedì Santo, durante l’Ultima Cena, lo trasformerà nel suo Corpo, per essere nutrimento spirituale per tutti gli uomini.
Gesù, passato all’altra riva del Mare di Galilea assieme ai suoi discepoli, “alzati gli occhi, vide una grande folla” che veniva da lui, che lo seguiva perché aveva capito che Gesù aveva “pane” per tutti, che faceva vivere, e Gesù disse a Filippo “dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Il Signore previene le necessità della folla che lo segue e va loro incontro, cercando da mangiare per loro, anche se duecento denari che avevano, non sarebbero bastati per nutrire tutti.
Sul monte dove stanno c’è anche un ragazzo che ha 5 pani d’orzo e due pesci, ma che ha soprattutto tanta generosità, e che, senza che qualcuno glielo imponga, mette tutto a disposizione. È poca cosa quello che ha, ma è tutto ciò che possiede, e quel poco pane messo a disposizione di tutti, è sufficiente.
Anche nella nostra terra c’è tanto di quel pane che a condividerlo basterebbe per tutti. E invece tutti noi cerchiamo di accumulare tanti beni e non pensiamo a dividere! Dobbiamo dare agli altri il lievito cristiano del servizio, della disponibilità e della condivisione.
Giovanni riassume l’azione di Gesù in tre verbi, e ci dice che Gesù "Prese il pane, rese grazie e distribuì". Anche noi, per vivere veramente il Vangelo, dobbiamo accogliere (ricevere), rendere grazie e donare, perché non siamo noi i padroni delle cose. Tutto quello che ci circonda non è nostro, viene prima di noi e va oltre noi. Questo brano del Vangelo non ci parla di moltiplicazione dei pani, ma ci parla di distribuzione di un pane che non finisce. E mentre lo distribuivano non veniva a mancare, e mentre passava di mano in mano restava in ogni mano.
I miracoli ci sono ancora, e ci sono quando a vincere è la legge della generosità e dell’amore. Con la nostra disponibilità il bene centuplicherà, anche se siamo persone piccole che si considerano inutili: sono le persone semplici che fanno grandi cose, se sono unite a Dio. Pensiamo a Madre Teresa, piccola suora insegnante, che si è buttata tra i poveri in India, diventando strumento di misericordia divina.
Riscopriamo la legge della generosità.

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