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LPO 14 domenica

Liturgia della Parola > Tempo Ordinario
14 domenica Ordinario

Il profeta Ezechiele, come ci ha raccontato la prima lettura, viene inviato ad una generazione "di dura cervice", che è refrattaria e ostile nei confronti del messaggio divino. Questo rifiuto dell’accogliere la Parola di Dio appare varie volte nella S. Scrittura: pensiamo al profeta Giona inviato alla città atea di Ninive, pensiamo a Mosè che deve liberare il popolo dalla schiavitù egiziana e che incontra tante difficoltà presso il faraone e presso il popolo egiziano che non ascoltano il suo messaggio; pensiamo agli apostoli che annunciano la Resurrezione di Gesù e incontrano tante contrarietà. Come anche Paolo ad Atene, quando parla della risurrezione dei morti, e si sente rispondere: "Su questo ti ascolteremo un'altra volta". Anche noi abbiamo molta difficoltà ad accogliere pienamente la Parola di Dio.
Il brano del Vangelo di oggi è chiuso tra due parentesi di stupore: inizia con la sorpresa della gente di Nazareth che dice: “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data?”. E termina con la meraviglia di Gesù: “E si meravigliava della loro incredulità”. La gente passa in fretta dallo stupore alla diffidenza e al rifiuto.
E gli abitanti di Nazareth pensano che il Messia non può venire in questo modo, con mani da carpentiere, con i problemi di tutti. No! Dio dovrebbe dare segni più grandi. E il popolo pensa che se si scelgono questi mezzi, allora Gesù non è Dio.  E anche noi continuiamo a cercare Dio nell’infinito dei cieli, nella sublimità dei nostri pensieri, e invece Dio è al nostro servizio, al nostro fianco. Lo Spirito di Dio scende e abita nella nostra vita quotidiana, di ogni giorno, e trasforma la nostra casa in un Tempio, luogo della presenza di Dio.
Ci dice il Vangelo che “era per loro motivo di scandalo”: scandalizzava loro l’umanità di Gesù, scandalizzava loro il fatto che Gesù sentisse la prossimità con Dio, eppure è proprio questa la buona notizia del Vangelo: che Dio si incarna, che il divino è rivelato dall'umano, che Dio ha un volto d'uomo che è inginocchiato a terra, ai nostri piedi, con una brocca in mano e un asciugamano ai fianchi, come ci ricorda l’episodio di Gesù all’ultima Cena, quando lava i piedi degli Apostoli. Il Verbo di Dio, la Parola di Dio è rivelata dalla carne umana di Gesù.
Questa è la prima parentesi che ci viene proposta all’inizio di questo brano: quella di non accettare la proposta evangelica e di rifiutare un Dio che si manifesta in modo umano.
Alla fine di questo brano ci viene presentata la seconda parentesi che ci mostra Gesù difronte a questo rifiuto: “E si meravigliava della loro incredulità”, e non poteva compiere nessun miracolo a causa della mancanza di fede.
Davanti al rifiuto dei compaesani, Gesù non reagisce duramente e non condanna, non si deprime per questo suo insuccesso (come talvolta capita a noi quando abbiamo un insuccesso e ci deprimiamo), ma Gesù “impose le mani a pochi malati e li guarì”. Il Dio rifiutato si fa ancora guarigione, anche solo per pochi, guarisce anche uno solo, però continua a guarire. L'amante respinto (Dio) continua ad amare anche pochi, anche uno solo. Dio non è stanco di amare: è solo stupito, meravigliato per la poca fede.
Così è il nostro Dio: non nutre mai rancori, ma continua ad amarci, nonostante le nostre infedeltà.

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