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Venerdì dopo le Ceneri

Stiamo muovendo i primi passi della nostra Quaresima, e il Vangelo oggi ci riporta al senso profondo di uno dei tre capisaldi della Quaresima: il digiuno. Gesù è venuto a proporre una relazione d'amore intimo che dobbiamo avere con lui e con Dio, una relazione sponsale, come due sposi che si amano. Non per questo però dispensa i discepoli dal digiuno.
Quando i discepoli di Giovanni chiedono a Gesù come mai i suoi discepoli non digiunano, Gesù risponde dicendo che gli invitati a nozze non possono digiunare quando lo sposo è con loro, ma "Verranno i giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno". Il digiuno non è presentato come un valore in se stesso e neppure è presentato come una sofferenza che ci viene imposta, ma il digiuno è in relazione alla presenza-assenza dello sposo.
Perché dobbiamo digiunare? Per soffrire? No! Il digiuno è uno strumento, un mezzo, il digiuno è la strada che ci porta alla relazione sponsale, all'amore intimo e profondo con Dio attraverso Gesù. Il digiuno dunque non è il fine, non è il senso della Quaresima; ma è un utile e prezioso strumento che deve orientarci a un fine. È uno strumento perché la prima cosa che il digiuno opera in noi è quella di aiutarci a tenere a freno, a gestire e a controllare i nostri desideri umani, consapevoli che, come dice Gesù al demonio nel deserto, "non di solo pane vive l'uomo".
Attraverso la pratica del digiuno, attraverso la rinuncia, attraverso dire dei no, noi ci esercitiamo a non soddisfare ogni nostro desiderio; e tutto questo con l'unico intento di imparare a dire il no più importante, cioè dire no al peccato. E' questo il fine a cui ci deve portare il nostro digiuno.
Con le nostre piccole rinunce impariamo a dire no al disamore, e quindi impariamo a dire si all'amore. Attraverso i nostri piccoli no, noi ci esercitiamo a dire il no al giudizio sugli altri, impariamo a non condannare, impariamo a vincere all'egoismo, l'indifferentismo, ci mettiamo al servizio degli altri. In una parola, diciamo no al peccato.
Dicendo no al peccato, noi diciamo si alla Grazia.


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