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Giovedì Santo

Questa "Cena", questa mensa del Giovedì Santo, ci introduce alla celebrazione del Triduo Pasquale, allo stesso modo come l'ultima cena di Gesù ha segnato l'inizio della sua passione.
"Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine ". È arrivata "l'ora", è giunta “la sua ora", è venuto il momento nel quale Gesù deve offrire se stesso sulla Croce, per essere salvezza per noi. Gesù deve tornare al Padre, e ritorna al Padre passando attraverso il tradimento di Giuda, attraverso il rinnegamento di Pietro, l'abbandono di tutti i suoi discepoli, la passione, la morte, per arrivare alla Risurrezione-Ascensione. "Avendo amato i suoi, che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
Oggi vediamo che Gesù è al Cenacolo dove sta celebrando la Pasqua ebraica, che era la commemorazione della liberazione del popolo ebreo dalla schiavitù in Egitto, come abbiamo sentito descritta nel brano dell'Esodo, e durante la celebrazione della Pasqua ebraica Gesù instaura la nuova Pasqua.
"Avendo amato i suoi, che sono nel mondo, li amò sino alla fine", ci dice l'evangelista Giovanni, e questa realtà dell'amore, Gesù la concretizza con la sua passione e morte. In questa realtà di amore, va collocato il dono dell’Eucaristia, come ci ha ricordato il brano della 1.a Corinzi, quando Gesù, prima della sua Pasqua, dice: Prendete e mangiate, ..., Prendete e bevete..., trasformando il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue, anticipando la sua offerta sulla Croce, e conferendo agli Apostoli e ai loro successori il Sacramento dell'Ordine: Fate questo in memoria di me. Oggi è la festa della Eucaristia-Amore, e la festa dei sacerdoti, successori degli Apostoli.
Nella Eucarestia, sorgente di carità, il Signore si offre a noi come vittima di espiazione dei nostri peccati, e ci invita a dare una risposta d'amore riconoscente. La liturgia odierna è una esortazione all'amore e alla donazione agli altri, che tutti noi dobbiamo avere, a immagine di Gesù.
Giovanni, alla conclusione di questo brano del Vangelo, ci mostra il gesto della lavanda dei piedi, quando Gesù, il Maestro, "prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita", e iniziò a lavare e ad asciugare i piedi dei suoi discepoli: gesto di umiltà, di servizio e di donazione agli altri. Gesto di Amore totale di sé.
E Gesù conclude: "Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi". E quello che Gesù ha fatto per noi è che ha rinunciato alla sua vita per amore nostro: anche noi dobbiamo rinunciare completamente a noi per amore degli altri. Come ha fatto Gesù.

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