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Mercoledì Santo

Nel brano del Vangelo troviamo che "uno dei 12", uno di quelli che seguono il Signore, che è stato sempre con Gesù, che ha fatto sempre esperienza di lui, che ha vissuto con lui, che ha mangiato e bevuto con lui, cioè Giuda, va dai sommi sacerdoti, e lo vende per 30 monete d'argento. 30 monete d'argento era il prezzo da pagare per comprare uno schiavo. Gesù è lo schiavo, che si mette al servizio, offrendo se stesso.
"Uno dei 12" lo ha venduto, lo ha tradito: al posto di questo "uno", potremmo mettere il nome di ciascuno di noi, perché continuamente tradiamo il Signore, lo "vendiamo", lo barattiamo, preferendo altre cose che sono più comode e più tranquille e meno impegnative del Vangelo.
Lo "vendiamo" quando commettiamo il peccato, quando preferiamo altre realtà, quando ci comportiamo male con gli altri, quando non amiamo gli altri, quando non siamo disponibili, quando offendiamo, quando non siamo capaci di perdonare, ... : stiamo vendendo il Signore, come Giuda. In certi momenti, non siamo assolutamente migliori di Giuda. Sentiamo spesso che non dobbiamo giudicare e condannare Giuda, perché, forse, noi non siamo migliori.
Accogliamo la proposta di amore che Gesù continua a rivolgerci, anche se siamo peccatori e lo tradiamo continuamente. Gesù ha continuato ad amare anche Giuda, e lo ha invitato a celebrare con lui la Pasqua, anche se sapeva che lo aveva venduto per 30 danari, e gli ha offerto un'altra possibilità di restare con lui. Gesù vuole celebrare la Pasqua, la vita nuova, anche con Giuda, il quale non ha accolto il messaggio d'amore del Signore.
Anche con tutti noi Gesù vuole celebrare la Pasqua: apriamo il nostro cuore per ricevere la sua grazia e la vita nuova, prodotta dalla Risurrezione.

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