LPO 10 domenica
Liturgia della Parola > Tempo Ordinario
10 domenica Ordinario
Ogni domenica ci ritroviamo insieme per la preghiera eucaristica, e scopriamo sempre più che è il Signore la sorgente di ogni bene e ci invita continuamente a partecipare alla mensa eucaristica. E non siamo invitati a partecipare all’eucarestia perché noi abbiamo meriti, siamo solo peccatori, ma siamo invitati a partecipare alla mensa eucaristica perché il Signore ci ama, ci accoglie e ci dona la forza dello Spirito Santo, che ci sostiene nelle avversità della vita. Usciti da questa celebrazione, riprendiamo la nostra vita normale che è piena di tentazioni e di difficoltà: come dice l’Orazione, chiediamo a Dio di “liberarci dalla schiavitù di satana, sostienici con le armi della fede, perché […] partecipiamo alla vittoria pasquale di Cristo”.
Siamo peccatori, come ci fa vedere il brano della Genesi che ci mostra il peccato commesso dai primi uomini, Adamo ed Eva, peccato che spoglia gli uomini e li pone in uno stato di vergogna, e che è stato commesso perché l’uomo non vuole accettare di riconoscere che è Dio il suo creatore e deve seguire e vivere la Sua Parola. È la nostra stessa situazione quando cadiamo nel peccato. Ma per l’uomo, per ciascuno di noi, c’è la misericordia e la speranza, come ci ricorda il versetto del Salmo responsoriale: “Il Signore è bontà e misericordia”. Infatti Dio promette che il serpente, il male, sarà sconfitto dalla donna (Maria Santissima) e da suo Figlio Gesù.
Gesù per trent’anni è stato a casa sua, e a un certo punto abbandona la sua casa e percorre la Galilea annunciando che è imminente il Regno di Dio, e che, quindi, bisogna convertirsi e cambiare vita, e sceglie di frequentare i poveri, i pubblicani e i peccatori, tanto che non trova neppure il tempo per mangiare. Questa situazione crea problemi anche nei suoi parenti, che dicevano “è fuori di sé”, e vanno a prenderlo perché poteva sembrare fuori di testa.
Anche gli scribi pensano male di lui, ma non che sia impazzito, ma che sia un indemoniato, pensano che sia uno “posseduto da uno spirito impuro” che scaccia i demoni in nome del capo dei demoni. La risposta di Gesù è molto chiara, quando afferma che Satana non può scacciare Satana: un regno diviso è condannato alla distruzione. Questo vale per le nostra comunità, che se è divisa, è costretta al fallimento e alla distruzione, come vale per le nostre famiglie quando sono divise, come vale per i partiti politici quando c’è divisione all’interno, come anche per le nazioni divise: andiamo verso la distruzione totale.
Alla fine del brano del Vangelo, riferiscono a Gesù che sono venuti a trovarlo e a prenderlo, sua Madre e i suoi parenti. La risposta di Gesù può sembrare molto dura, quando, guardando le persone che aveva attorno per ascoltarlo, afferma: “Ecco mia Madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”. La vera famiglia che non si distrugge è quella che è seduta con lui e ascolta la sua voce.
La sua famiglia lo aspetta “fuori” non solo dalla casa, ma è “fuori”, perché non è pienamente convinta che sia lui il Messia, come anche Adamo è “fuori” dalla famiglia di Dio, dopo il suo peccato: facciamo in modo di non essere anche noi “fuori” dalla famiglia di Dio. Sediamoci anche noi a fianco del Signore, ascoltiamo la sua voce e viviamola nella nostra vita, sicuri che è Lui, e solo Lui il nostro Salvatore.