Immacolata Concezione
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Immacolata Concezione
Sin dall’inizio, dalla creazione, il rapporto che l’uomo aveva con Dio, era un rapporto di vicinanza-lontananza, quasi odio-amore, che porta nel nostro cuore paura e insoddisfazione.
Il rimorso per il peccato che ha commesso, spinge Adamo a vivere con timore il rapporto con Dio, e infatti si nascose: “Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, (nudo non nel fisico, ma nudo perché mostro le mie debolezze davanti alla Tua santità), e mi sono nascosto”. Il timore di Dio di cui abbiamo parlato tempo fa è l’atteggiamento di figli rispettosi che dobbiamo avere nei confronti di Dio nostro Padre, e invece in Adamo il timore di Dio è stato l’aver avuto paura di Dio, nascondendosi alla sua presenza. “Dove sei?”, ha chiesto Dio ad Adamo, e oggi lo chiede anche a ciascuno di noi, perché forse, per paura, per i nostri peccati, ci siamo allontanati da Lui. Dove sei? Dove ci siamo nascosti, noi?
Nonostante il primo peccato, Dio non abbandona l’uomo a se stesso, ma promette la redenzione attraverso una donna, e, rivolto al serpente, dice “Io porrò inimicizia fra te e la donna, (Maria), fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa Gesù) ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. E la solennità dell’Immacolata Concezione che stiamo celebrando è la realizzazione di questa promessa.
Le due donne, Eva e Maria, sono state visitate da due angeli: Eva è stata visitata da un angelo decaduto, Satana, che le appare sotto la forma del serpente, e quest’angelo decaduto insinua in Eva il dubbio sulle intenzioni di Dio, e illude Eva e Adamo che sarebbero diventati come Dio, conoscitori del bene e del male. È la stessa situazione in cui ci troviamo anche noi al momento del peccato, quando vogliamo decidere noi quello che è giusto e quello che non è giusto. È la situazione del mondo di oggi, quando è l’uomo che vuole prendere decisioni al posto di Dio.
Anche Maria si incontra con l’angelo Gabriele, ed ha un diverso atteggiamento di Eva: dalle parole dell’angelo, che le dice “il Signore è con te”, Maria capisce che il Signore non è contro di noi, ma che è per noi, e che dobbiamo avere “il timore di Dio”, la fiducia nei suoi confronti, e non la paura di Dio. Con Eva è venuta la “dis-grazia” dell’umanità, attraverso Maria, piena di Grazia, si stabilisce il tempo di grazia, il tempo favorevole per la salvezza, il tempo in cui possiamo incontrarci nuovamente con Dio, senza nasconderci, attraverso l’incarnazione di Gesù.
Alle parole dell’angelo Maria “fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo”, perché capiva che qualcosa di straordinario stava succedendo per lei. E non si nascose, come Adamo ed Eva, ma, fidandosi della parola dell’angelo, si dichiara disponibile ai piani di Dio: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”.
Per mezzo del “si” di fede, pronunciato da Maria, abbiamo ancora una volta la possibilità di incontrarci con Dio, anche se la nostra vita non è un continuo “si” a Dio, ma è anche piena di tanti “no”, che gli diciamo con i nostri peccati.
Maria è grande perché è stata benvoluta da Dio che l’ha fatta nascere senza peccato Originale, l’ha riempita di grazia, ed è grande perché è stata capace di dire “si” in quel giorno, continuando a dire “si” ogni giorno, confidando soltanto nella fedeltà di Dio, e il “si” lo ha detto anche sul Golgota, vedendo suo Figlio morire in Croce.
Questa solennità dell’Immacolata Concezione a noi non serve solo per rendere onore a Maria che è stata preservata dal peccato originale, in quanto doveva generare Gesù, il nostro Salvatore, ma, attraverso le parole di Paolo agli Efesini, ci ricorda che anche noi siamo stati per “essere santi e immacolati”, come Maria, dicendo sempre il nostro “si” a Dio.