4 Avvento - Sito di don Antonello

Vai ai contenuti

4 Avvento

Liturgia della Parola > Tempo di Avvento
4 domenica di Avvento



Siamo ormai alla conclusione di questo tempo di Avvento, e tra pochi giorni celebreremo il mistero del Natale, di Dio che viene ad abitare tra di noi, per salvarci con la sua morte in Croce e con la sua Resurrezione.
Domenica scorsa abbiamo acceso la terza candela di Avvento, di colore rosa, che con tutta la Liturgia ci esortava ad avere la gioia nel nostro cuore. Gioia! Perché? Dobbiamo avere la gioia proprio perché Dio viene tra di noi e non ci abbandona nei nostri problemi e nelle nostre sofferenze. Oggi abbiamo acceso la quarta candela, che significa l’Amore, e il mistero del Natale è una manifestazione dell’Amore; con il Natale vediamo che Dio mantiene le sue promesse. Celebrando il Natale, tutti noi riconosciamo che Dio ci ama, che Dio vuole venire a stare con noi, e al Salmo responsoriale, varie volte abbiamo esclamato: “Canterò per sempre l’amore del Signore”: questo “amore”, non cantiamolo solo con la nostra voce, ma cantiamolo con la nostra vita di amore e di disponibilità a Dio e ai nostri fratelli.
Molti di noi avranno già preparato il Presepe a casa, e senz’altro c’è qualche personaggio che ci attira, che ci affascina: può essere Maria con Giuseppe, possono essere i Magi che vanno a cercare il Bambino che è appena nato, oppure possono essere i pastori che onorano Gesù, o qualche altro personaggio che per noi ha un significato particolare.
Ma c’è un altro personaggio, importantissimo, che sta dentro la grotta: è il Bambino Gesù, è il Bambino-Dio. Probabilmente il Bambino che mettiamo nel Presepe ha le braccia sollevate verso il Cielo, i suoi occhi guardano verso Dio e sono rivolti verso la terra, perché vuole abbracciarci tutti e riempirci del suo amore divino. Siamo invitati ad accogliere Dio che viene tra di noi. Come possiamo accoglierlo? Come possiamo dimostrare la nostra fede?
La Liturgia oggi ci presenta due figure: Davide e Maria, che hanno due modi diversi di vivere la loro fede in Dio. Davide si preoccupa perché vuole costruire a Dio un luogo di culto, mentre Maria si rende disponibile a Dio ascoltando la sua Parola e accogliendo suo Figlio Gesù dentro di se.
Davide vuole mostrare la sua fede in Dio costruendogli un Tempio grandioso che sia in contrasto con i santuari pagani, ma è spinto anche dal suo arrivismo e dal desiderio di emergere politicamente: è convinto di dimostrare la sua fede in Dio realizzando questa opera. Agendo così si sente tranquillo in coscienza, anche se non sempre è stato disposto a farsi guidare dalla Parola di Dio. Potrebbe essere un pericolo anche per noi che ci consideriamo cristiani praticanti e che, qualche volta, siamo come i farisei, che non erano tutti negativi come persone, ma che si sentivano tranquilli in coscienza perché osservavano la Legge legalmente. Erano convinti di rendere culto a Dio con il loro legalismo, anche se il cuore era lontano da Dio e dagli altri. Anche noi talvolta ci sentiamo perfetti cristiani, perché ci sediamo o ci alziamo  al momento giusto (cioè seguiamo la legge, le regole), ed è giusto farlo perché ci sia ordine, oppure siamo legalisti nel fare determinate cose e ci sentiamo a posto, ma forse il nostro cuore è lontano da Dio, e se è così, non possiamo sentirci tranquilli in coscienza. Quello che conta veramente è avere il nostro cuore unito a Lui. Dio non ama le forme di legalismo nell’osservare i precetti, ma Dio gradisce chi lo ama veramente dal profondo del cuore. Non dobbiamo avere scrupoli su quando alzarci o sederci, ma prima di tutto dobbiamo tenere sempre alzato verso Dio  il nostro cuore.
Il nostro atteggiamento deve essere come quello di Maria: Maria ascolta, e trova il coraggio di dire “sì” a Dio, anche se comprende che la sua sarà una esistenza difficile. Come ci mostra il Vangelo della Annunciazione, l’atteggiamento di Maria deve essere anche il nostro modello di fede: dobbiamo ascoltare la Parola di Dio, dobbiamo viverla nell’amore, sempre pronti a rispondere “sì” ad ogni proposta che Dio ci rivolge, anche se renderà difficile la nostra vita. Solo così il Natale sarà un vero Natale per tutti noi.
Tanti profeti hanno annunciato la venuta del Signore, come Isaia e come Giovanni Battista, ma Maria non annuncia la venuta del Salvatore, ma ce lo dona, e ci insegna che per vivere veramente il Natale, Gesù non dobbiamo metterlo nel Presepe ma dobbiamo farlo nascere dentro di noi e donarlo agli altri con la nostra vita di amore e di donazione.
“Canterò per sempre l’amore del Signore”.

Torna ai contenuti