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Natale

Liturgia della Parola > Tempo di Natale


NATALE

Per noi, che siamo riuniti insieme, oggi è un giorno di festa perché celebriamo la nascita di Gesù, dell’Emmanuele, che è venuto a stare con noi: Dio è entrato nella nostra storia, e dovrebbe essere festa per ogni uomo. E allora, rallegriamoci, perché oggi celebriamo e ascoltiamo la Buona Novella. In tutto il mondo ci sono popoli, uomini, donne, bambini che aspettano l’annuncio della Buona Novella, che attendono la salvezza, la liberazione, e non vedono ancora la fine delle loro sofferenze. Ma, nonostante questo, non possiamo fare a meno di rallegrarci per questo bambino che è nato tra noi, non possiamo non rallegrarci perché Dio è venuto ad abitare tra noi.
Nel mondo ci sono ancora tante guerre, massacri, atti di violenza; ci sono tanti soldati che marciano per portare la guerra, la distruzione e l’odio; ci sono tanti padroni che sfruttano i loro dipendenti e li rendono schiavi. Ci sono anche tante persone che non hanno più il lavoro e mancano della speranza per il loro futuro. Ma, possiamo rallegrarci, perché la luce di questo bambino inizia a brillare. Anche quando vediamo i potenti che dominano il mondo e che impongono la loro volontà, possiamo gioire, perché, in quel bambino che è deposto in una mangiatoia, vediamo che Dio manifesta il suo amore per i piccoli e i poveri. Certamente notiamo che nel mondo sono presenti tanti peccati, tanti errori, vediamo che anche in ciascuno di noi, nonostante il nostro impegno, è sempre presente il peccato, ma dobbiamo rallegrarci perché il bambino nella mangiatoia ci mostra che è apparsa la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini. Con l’incarnazione di Gesù, Dio vuole abitare in mezzo agli uomini, ma, come ci dice Giovanni in 1,11 “venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”; è venuta la bontà e la pace di Dio, ma noi uomini, spesso preferiamo la cattiveria, l’odio e la guerra.
La parola “Natale”, forse solo il giorno di Natale, è una parola magica, perché in questo giorno si parla di pace e tacciono le armi per un po’ di tregua in varie nazioni; è una parola magica per molti bambini (e adulti), per i doni che sono stati ricevuti; e anche tanti anziani e ammalati, oggi hanno un po’ più di attenzione e di amicizia, perché è Natale. Il Natale ci conduce alla pace, il Natale ci spinge a continuare a sperare in qualcosa di buono in tutto il mondo.
Celebrando il Natale, noi celebriamo Dio che si fa incontro a ciascuno di noi, che è venuto a stare con noi. Per celebrare veramente il Natale, non dobbiamo avvicinarci al presepe e contemplare il bambino nella mangiatoia che provoca in noi tanta tenerezza. Non è questo accogliere il Natale, è altro che dobbiamo fare.
Se vogliamo accogliere il Signore che è venuto tra di noi per salvarci, dobbiamo fare come hanno fatto i pastori, descritto nel brano di Luca 2,16: “Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, adagiato nella mangiatoia”. Per vivere il Natale, non fermiamoci a contemplare il Presepe, ma andiamo anche noi dentro la grotta, “andiamo” anche noi a Betlemme, per accogliere la salvezza e la grazia che Dio ci dona. Il nostro cuore deve essere la mangiatoia nel quale nasce Gesù.  Se sperimentiamo la salvezza e l’amore che Dio ci comunica, trasformeremo la nostra vita, e saremo come i pastori che “se ne tornarono, glorificando e lodando Dio”. Dio ci trasforma e cambia il nostro cuore.
Una immagine che dovrebbe colpirci può essere questa: Dio è venuto e viene continuamente verso di noi perché siamo peccatori: e noi, siamo disposti ad andare verso il nostro fratello, oppure il nostro egoismo, la nostra indifferenza, il nostro odio ci impediscono di andare verso gli altri e testimoniare l’Amore di Dio?
Il Natale è l’Amore di Dio nei nostri confronti, e celebrare il Natale significa che devo amare Dio e devo amare i miei fratelli, non solo il giorno di Natale: ogni giorno della mia vita deve essere un Natale di Amore.

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