1 domenica di Quaresima
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1 domenica Quaresima
Oggi, la Liturgia, ci offre l’esortazione a fidarci sempre più di Dio, in qualunque situazione noi ci troviamo: “Fidatevi di Dio”. Spesso noi uomini, abbiamo la tendenza di voler essere “come Dio”: vogliamo essere noi a decidere che cosa sia buono o che cosa sia male per noi, scegliamo di essere noi i padroni della nostra storia, e allora ci lasciamo persuadere dalle illusioni che la nostra società ci propone, e ci lasciamo guidare dalle scelte che fanno i padroni, i responsabili del nostro mondo. E ci allontaniamo da Dio. Quante volte abbiamo sentito una donna che vuole abortire, che afferma che la padrona è lei, e che è lei che deve decidere? Lo notiamo in tante manifestazioni.
Noi ci troviamo sempre in mezzo a tante tentazioni che vogliono allontanarci da Dio, come è stata l’esperienza di Adamo e di Eva, descritta nella prima lettura, e in loro il serpente, il demonio insinua il dubbio sull’amore di Dio Padre: infatti il demonio afferma che Dio ha detto che non possono mangiare di alcun frutto del giardino nel quale Dio li ha posti. È una tentazione che il demonio pone per mostrare che Dio non vuole che abbiano la pienezza della vita, ma dice il demonio che, mangiando di quei frutti, non moriranno, ma che, come Dio, conosceranno il bene e il male.
Anche noi, guardando i limiti che la Legge di Dio ci impone, varie volte li trasgrediamo, per cercare di assomigliare sempre più a Dio, perché siamo convinti che anche noi conosciamo il bene e il male. I primi uomini si trovavano nel “giardino”, che è il luogo uscito dalle mani di Dio, con tante piante, con vari frutti, con una bellissima vegetazione, creati per la felicità dell’uomo: dopo che Adamo ed Eva disobbediscono a Dio, nel creato entra il disordine. “Allora, si aprirono gli occhi di tutti e due”, e riconobbero che davanti a Dio, erano nullità.
Il brano del Vangelo ci presenta Gesù che non è nel giardino, come Adamo ed Eva, ma che si trova nel deserto, luogo di desolazione, dove manca anche l’essenziale, e qui nel deserto Gesù è simile a noi uomini, e deve vincere delle tentazioni per poter proseguire nella sua missione.
La prima tentazione riguarda come risolvere il problema della fame, del quale si ha assoluto bisogno, e il demonio pone questa tentazione quasi per mostrare che per andare avanti nella nostra vita abbiamo bisogno di essere soddisfatti dalle realtà umane, ma la risposta del Signore è che “non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Dobbiamo mettere Dio al primo posto.
Anche noi tante volte cerchiamo di affermarci, cerchiamo il successo per una vita facile, ed è questa la seconda tentazione di Gesù, quando il demonio lo invita a buttarsi dal punto più alto del Tempio, perché sarebbero venuti gli angeli a tenerlo con le loro mani. Gesù respinge questa tentazione e si fida di Dio, senza ricorrere ad alcun sostegno per affrontare la sua vita di amore e donazione.
La terza tentazione, quando il demonio gli mostra tutti i regni del mondo e la loro gloria, sembra questa tentazione che voglia allontanare Gesù dal fare la volontà del Padre, per seguire una mentalità di gloria umana e materiale che dovrebbe prendere il posto di Dio Amore: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”. Degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano”.
Anche nella tristezza e nel dolore perché non possiamo avere certe realtà materiali, arriverà anche per noi il momento della consolazione, nel quale ci ritroveremo pienamente uniti in Dio. Il sacrificio è una prova di amore, e Dio ha scelto la strada dell’amore. Gesù sarà fedele sino alla fine, al disegno di Dio.
Fidiamoci di Dio.