Domenica di Pentecoste - Sito di don Antonello

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Domenica di Pentecoste

Liturgia della Parola > Tempo Pasquale
Pentecoste


La festa di Pentecoste non è una invenzione di noi cristiani, perché la Pentecoste era già festeggiata dal popolo ebreo, ed era una festa con la quale il popolo ringraziava Dio perché era stato presente nel Sinai, quando erano diretti verso la terra che aveva promesso di dare a loro. Durante il viaggio Dio è stato presente nelle difficoltà, aiutandoli continuamente nelle avversità, e ha offerto la sua parola per guidarli nella loro vita, in modo che fossero sempre in un rapporto di intimità con Lui (i comandamenti). Questa è la prima presenza di Dio in mezzo a quello che, allora, era il suo popolo.
Ma il popolo di Dio non è solo il popolo ebreo, ma popolo di Dio sono tutti gli uomini, tutti noi siamo popolo di Dio, e Dio manifesta la sua misericordia verso ogni persona, attraverso un’altra sua presenza nella nostra storia, quando il Figlio, persona della Trinità, si incarna, come ricordiamo il giorno di Natale, e si incarna per comunicare la salvezza ad ogni uomo, attraverso la sua morte in Croce. E il Natale è proprio un’altra presenza di Dio tra di noi. Prima della sua Ascensione, Gesù, rivolto ai discepoli che sono tristi perché aveva annunciato che sarebbe salito alo Cielo, li aveva consolati affermando che era un bene per loro che Lui salisse al Cielo, perché avrebbe potuto inviare lo Spirito Santo, il Paraclito, il Consolatore. Ed è proprio questa la Solennità che oggi stiamo celebrando.
“Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”: e venne lo Spirito Santo. Con queste parole il brano degli Atti degli Apostoli ci presenta come è avvenuta la Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo sugli uomini: e la discesa dello Spirito Santo è ancora un’altra presenza di Dio tra di noi. I discepoli, assieme a Maria, sono rinchiusi, per paura, in una semplice casa, e questa casa, con la discesa dello Spirito Santo, diventa tempio, diventa luogo della presenza di Dio. Allo stesso modo, ogni casa, la nostra casa, deve diventare la casa dello Spirito d’Amore: la nostra casa, il nostro ambiente, deve essere adatto perché Dio possa venire a incontrarsi con ciascuno di noi. Anche la nostra casa, attraverso il nostro amore, deve essere un Tempio della presenza di Dio. Dobbiamo fare in modo che tutto ilo mondo diventi Tempio di Dio.
In quella casa scende lo Spirito, che la riempie e che porta una novità: da quel momento gli apostoli che hanno ricevuto lo Spirito Santo, lasciano la casa in cui si erano rinchiusi, e affrontano la città, “e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”. Nelle immagini della Pentecoste vediamo raffigurate sugli apostoli delle lingue di fuoco, che si posano su di loro: il fuoco che arde è simbolo di Dio, e questo fuoco dobbiamo averlo anche nel nostro cuore. Dobbiamo essere anche noi scintille che bruciano nel mondo. Dobbiamo ardere del fuoco dell’Amore. Lo Spirito Santo, il Consolatore, il Paraclito, il nostro avvocato, è venuto e viene continuamente per sostenerci perché non restiamo freddi nel nostro rapporto con gli altri. Lo Spirito Santo deve essere il vento che ci guida verso una vita di amore e di pace.
Anche Paolo ci dice di camminare secondo lo Spirito, allontanandoci dalle realtà che oggi la società ci presenta come valori fondamentali. Allontaniamoci dalle impurità, dall’idolatria, dalle inimicizie, dalla gelosia, dall’odio, …, realtà che sono presenti nella nostra società, e che, forse, sono presenti anche in ciascuno di noi.
Forse sarebbe necessaria un’altra Pentecoste: apriamo il nostro cuore allo Spirito Santo che viene a illuminarci.

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