2.a domenica di Pasqua (Divina Misericordia) - Sito di don Antonello

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2.a domenica di Pasqua (Divina Misericordia)

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2.a domenica di Pasqua (Divina Misericordia)


In questa seconda Domenica di Pasqua, celebriamo la Festa della Divina Misericordia, che è stata istituita da Papa Wojtyla, durante la canonizzazione di Santa Faustina Kowalska, il 30 aprile del 2000.
Giovanni Paolo II disse: “La Chiesa verrebbe meno nella sua missione, se non predicasse la Misericordia di Dio e non introducesse questa Misericordia nella vita”. Questa Festa della Misericordia proviene dalla spiritualità di Santa Faustina, alla quale il Signore ha chiesto che la prima domenica dopo la Pasqua fosse festeggiata come Festa di Misericordia, perché la Misericordia di Dio nei confronti di ogni uomo e nei confronti di ciascuno di noi, scaturisce proprio dalla Passione, dalla Morte e dalla Resurrezione di Gesù.
Anche il Vangelo odierno, con alcune frasi e con l'atteggiamento di Gesù, ci mostra l'amore, la Misericordia divina.
Beati quelli che non hanno visto eppure credono! Questa è una beatitudine per noi, che continuiamo a radunarci nel suo nome, a distanza di millenni; è una beatitudine per noi che "lo amiamo pur senza averlo visto", come ci dice Pietro nella sua Lettera.
Otto giorni dopo venne Gesù, a porte chiuse. Gesù, anche se trova chiuso, non se ne va. Gesù, anche se trova chiuso il nostro cuore, non ci abbandona. Otto giorni dopo è ancora lì, dagli apostoli, in mezzo alla gente: Gesù è l'abbandonato, e ritorna da quelli che lo hanno abbandonato, è il tradito, e ritorna da quelli che lo hanno consegnato: è Misericordia
Venne e stette in mezzo a loro. Gesù non si preoccupa di sé, ma si è preoccupato del pianto di Maria Maddalena, si è preoccupato delle paure degli apostoli, dell'incredulità di Tommaso, si è preoccupato delle reti vuote dei suoi amici quando tornano dal lago e concede loro una pesca miracolosa. Ha ancora e sempre quel grembiule ai fianchi, che aveva durante l'Ultima Cena. Lui non viene per ricevere, ma viene per dare: è Misericordia.
Pace a voi. Questo non un semplice augurio, ma è una affermazione: c'è pace per voi, pace dentro di voi, c'è pace dentro ciascuno di noi. Shalom, pace, è una parola biblica che non significa la fine delle guerre o delle violenze, ma la pace di cui ci parla è la forza interiore che hanno i retti di cuore durante le persecuzioni, è la serenità che hanno i giusti contro le ingiustizie che subiscono. È l'atteggiamento di Misericordia che dobbiamo avere anche tutti noi nei confronti degli altri.
Soffiò e disse: ricevete lo Spirito Santo. Su quelle persone impaurite, scende lo Spirito Santo che scuote le porte chiuse del cenacolo e scuote le porte chiuse del loro e del nostro cuore: e Gesù continua 'come il Padre ha mandato me, anche  io mando voi!'  E li manda così come sono, con i loro limiti e le loro paure, ma con in più la sua forza, la sua vita: con il mio Spirito, farete cose grandi, cose da Dio.
Tommaso, metti qua il dito nel foro dei chiodi, stendi la mano, tocca! Gesù risorto ha le stigmate del crocifisso, ha l'amore delle sue ferite: per le sue piaghe noi siamo guariti. Le ferite sono sacre, c'è l'amore di Dio nelle ferite di Gesù. Gesù non si scandalizza dei dubbi di Tommaso, non ci rimprovera se fatichiamo a credere, ma si avvicina ancora, e ci tende quelle mani dove c'è l'amore nelle sue ferite. A Tommaso basta questo gesto. Chi gli tende la mano ferita, chi non lo giudica e non ci giudica, ma ci incoraggia, è Gesù. Questa è Misericordia.
La Misericordia di Dio che abbiamo sperimentato nella Pasqua, cerchiamo di viverla ogni giorno della nostra vita, con una vita di perdono, di amore e di misericordia verso tutti i nostri fratelli.

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