3.a domenica Quaresima - Sito di don Antonello

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3.a domenica Quaresima

Liturgia della Parola > Tempo di Quaresima
3.a domenica Quaresima

Il tempo di quaresima ci aiuta a passare dalla morte alla vita, ci aiuta a passare dal peccato alla vita di grazia. Dobbiamo morire a noi stessi, morire ai propri idoli, per poter diventare uomini nuovi, e in noi deve essere presente Dio Vivente.
Nella lettura dell’Esodo troviamo che Dio ha consegnato a Mosè i comandamenti. Perché Dio ha dato a Mosè i comandamenti per il popolo e per noi? Dio ci dona i comandamenti perché è un Dio geloso di noi, è geloso perché la nostra vita è tentata dal maligno che vuole allontanarci dal Paradiso per farci seguire le realtà umane. È un Dio geloso, ed è innamorato di ciascuno di noi, e non accetta che offendiamo la dignità delle altre persone.
I comandamenti sono segno dell’Amore che Dio ha per ogni uomo: “non ti prostrerai davanti ad altri dei (e questi “dei” sono anche le realtà umane che noi seguiamo), non pronuncerai invano il nome del Signore, il settimo giorno è in onore del Signore, onora tuo padre e tua madre, non ucciderai, non ruberai, …”. Dio ama l’uomo, e si preoccupa della bellezza che dovrà essere presente nella Chiesa, sua sposa, che Lui è venuto a costruire, e allontana quelle persone che, anche se si considerano appartenenti alla Chiesa, trasformano la religione in commercio, o riducono Dio a una fonte di guadagno. Questo succede, purtroppo, anche all’interno della nostra Chiesa.
Il brano del Vangelo ci mostra che, quando Gesù, arriva nel tempio di Gerusalemme, vi trova buoi, pecore, colombe e persone che li vendevano: non dobbiamo meravigliarci più di tanto, perché il culto del Tempio prevedeva che si offrissero a Dio questi animali, e quindi dovevano esserci buoi, pecore, colombe. Gesù non si preoccupa che ci siano questi animali (dovevano esserci!), ma si preoccupa per i venditori che hanno trasformato un atto religioso, hanno trasformato un culto a Dio, in un puro commercio a loro favore. È questo che preoccupa il Signore: l’atteggiamento di sfruttamento degli altri, per il proprio tornaconto.
Questo atteggiamento di Gesù che scaccia dal Tempio i venditori, suscita la collera dei Giudei che erano abituati a usare la loro religiosità per i loro comodi, e chiedono a Gesù quale segno mostra per fare queste cose che ha compiuto.
Gesù purifica il tempio spingendo uomini, pecore, colombe e ogni vivente fuori dal recinto, fuori dalle logiche del dare e dell'avere, fuori dalla compravendita (cosa che dovremmo avere sempre presente anche noi). Ma per Gesù il vero Tempio di Dio deve essere ogni uomo che non deve essere umiliato, come ci dicono i comandamenti. Gesù risponde portando i Giudei su di un altro piano, e dice “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò”, e non parlava del Tempio di pietre, ma ha anticipato quello che sarebbe avvenuto il giorno della Risurrezione, quando dopo tre giorni dalla sua morte, sarebbe risorto dai morti, perché la vera casa di Dio è innanzitutto il suo corpo, come deve essere casa di Dio ogni uomo e tutto il creato, che continuamente distruggiamo cercando i nostri interessi.
Nel Vangelo di Giovanni 10,34-36 troviamo che Gesù rispose loro: «Non sta scritto nella vostra legge: "Io ho detto: voi siete dei"? Gesù e la Legge ebraica chiamavano “dei”, tutte le persone che accoglievano e vivevano la Parola di Dio: se noi accogliamo e viviamo la Parola di Dio, siamo “dei”, abbiamo la presenza di Dio Amore e Misericordia nel nostro cuore, e, nel rapporto con gli altri, manifesteremo con la nostra vita di amore e di servizio, manifesteremo l’Amore e la misericordia di Dio Padre. Noi persone, dobbiamo essere il vero Tempio di Dio, in cui Lui è presente.

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