18.a domenica Ordinario - Sito di don Antonello

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18.a domenica Ordinario

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18.a domenica Ordinario


Domenica scorsa, abbiamo iniziato la lettura del sesto capitolo di Giovanni che ci ha mostrato il “miracolo” della condivisione dei 5 pani e dei 2 pesci, che sono stati sufficienti per tutti, e oggi proseguiamo, per alcune domeniche, con la lettura di questo capitolo che, alla conclusione, ci porterà a capire che è Gesù il pane che ci ristora, che ci dà forza e ci comunica la salvezza.
Tutti noi per vivere abbiamo bisogno del nutrimento, abbiamo bisogno del pane, e per ottenerlo certe volte pensiamo solo al pane materiale e mettiamo da parte tanti valori che sono fondamentali per la nostra esistenza. Ogni giorno, quando recitiamo il Padre Nostro, ripetiamo questa invocazione: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”; ed è giusto pregare perché abbiamo un lavoro dignitoso per il nostro benessere, ma non dobbiamo solo pregare per il pane materiale, ma anche per avere il “pane” che ci fa gustare la presenza dell’amore e la presenza di Dio.
La prima lettura ci ha mostrato Dio che conduce nel deserto il suo popolo verso la salvezza, lo guida, lo nutre, ma il popolo non gli è grato, anzi si ribella e ha nostalgia della vita passata in Egitto dove potevano mangiare pane a sazietà. Ma Dio, nonostante la loro ribellione, continua a intervenire, e dona loro carne in abbondanza, le quaglie, e la manna, come nutrimento. La manna è una linfa che si ricava dalla corteccia di alcune piante, e, solidificandosi, diventa tipo pane: gli ebrei, vedendo questa realtà, si chiedono in ebraico “man hu?”, “cosa è questo?”, e da questa espressione, “man hu?”, viene fuori il nome “manna”.
La manna è un cibo che Dio offre al popolo per sopravvivere, ma è anche un cibo che fa riflettere il popolo, che, vedendo la manna, si chiede “man hu?”, cioè, “che cosa è”? Il popolo nel deserto non ha nulla, è inoperoso, non può fare niente, e allora sperimenta che ha bisogno di Dio per andare avanti. E lo stesso vale anche per noi.
Tante volte siamo presi da tanti ideali: cerchiamo il cibo, il benessere, il lavoro, e tante altre realtà, cose giustissime, ma ci dimentichiamo di Dio. Gesù, nel Vangelo, ci ha detto di darci da fare non solo per il cibo, ma principalmente dobbiamo darci da fare “per il cibo che rimane per la vita eterna”, cibo che Gesù ci dona, e questo pane che ci viene donato “è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”: questo pane del cielo è Gesù Cristo, che afferma “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”. Domenica scorsa, Gesù distribuiva il pane materiale, e oggi è Lui che si distribuisce come pane per far scorrere la nostra vita verso l'eterno. È lui la manna del cielo per tutti noi.
Cerchiamo di incontrare Cristo e di nutrirci sempre di lui e non delle realtà umane: come ci dice Paolo, abbandoniamo l’uomo vecchio e rinnoviamoci nello Spirito, per essere uomini nuovi che vanno verso Dio, verso la santità e verso gli altri. Rinunciamo alle realtà umane e alle soddisfazioni personali.
“Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.

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