Natività Giovanni Battista - Sito di don Antonello

Sito di don Antonello
Vai ai contenuti

Natività Giovanni Battista

Liturgia della Parola > Tempo Ordinario
Natività di Giovanni Battista


Nel calendario liturgico celebriamo la nascita umana, solamente di Gesù quando celebriamo il Natale, ricordiamo la natività umana di Maria di Nazaret, la Madre di Gesù, l’8 settembre, e oggi, per la sua importanza, celebriamo la nascita umana di Giovanni Battista. Di tutti gli altri Santi celebriamo solo la nascita al Cielo, quando, alla fine della loro vita, si incontrano con Dio, che hanno sempre cercato di incontrare.
Un bambino, per poter crescere, ha bisogno della presenza del padre e della madre, anche se oggi, purtroppo, per varie situazioni e per certi modi di vivere, in certe famiglie, vari bambini non hanno né padre né madre, o hanno due padri o 2 madri.
In genere il bambino riceve il nome dai suoi genitori: o il nome di qualche persona cara, o il nome di qualche Santo del quale si è devoti o un nome che è molto usato in quel periodo, comunque riceve il nome dai suoi genitori.
Il Vangelo di questa Liturgia ci mostra che il bambino che sta per nascere non riceve il nome da suo padre, non riceve il nome Zaccaria, non riceve un nome che è della famiglia, e questo suscita un po’ di incomprensione nelle persone presenti, che esclamano “Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome”. Ma il nome “Giovanni” gli viene dato direttamente da Dio, che è il suo vero Padre, che lo ha donato a Elisabetta che non poteva avere figli, e il nome “Giovanni”, rispecchia quello che è il suo vero compito, rispecchia la missione di Giovanni.
Infatti, il nome “Giovanni” (in ebraico Joannan), significa “Dio fa grazia”, e ci mostra che, attraverso Giovanni, “Dio fa grazia” al popolo, preparandolo per la venuta di Gesù. Il compito dei profeti era quello di annunciare che sarebbe venuto il Messia, e, possiamo dire, che Giovanni sia l’ultimo dei profeti, perché annuncia che è venuto il Messia, che era atteso da tanti secoli, e lo annuncia al fiume Giordano, quando, vedendolo, esclama: “Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo".
Nella prima lettura, troviamo queste parole: "Il Signore dal seno materno mi ha chiamato; fin dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome", e queste parole si riferiscono pienamente a Gesù, ma possono riferirsi anche a Giovanni Battista che, quando era ancora nel seno di Elisabetta, sente la presenza di Gesù, quando Maria Santissima entra nella casa di Elisabetta, e “sussultò di gioia” nel grembo di Elisabetta.
Giovanni, ci dice la parte conclusiva del Vangelo, “cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele”, quando iniziò la sua predicazione lungo il fiume Giordano. Si prepara alla sua missione, vivendo nel “deserto”, lontano dalle realtà umane che lo possono distrarre.
Questa solennità che oggi stiamo celebrando, ci ricorda che Dio è misericordia, che ci ama, che ha chiamato anche noi "fin dal seno materno", e ci ha chiamati a seguirlo perché anche noi diventiamo profeti come Giovanni, annunciando la presenza del Signore. Anche noi dobbiamo avere la "gioia", come Giovanni nel seno della madre, quando ha esultato di gioia, perché aveva sentito la presenza del Signore.
Cerchiamo di celebrare questa festa con la gioia nel cuore, riconoscendo che Dio è misericordia: è stato misericordia per Maria, per Elisabetta, per Zaccaria, per Giovanni Battista, ed è misericordia per tutti quanti noi, perché ci ama e ci chiama continuamente a seguirlo e a stare con lui, con la gioia profonda nel nostro cuore.

Torna ai contenuti