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7 Ordinario

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7 domenica Ordinario


Nel Vangelo continuiamo con la lettura del Discorso della Montagna, quando Gesù ha proclamato le Beatitudini, esortandoci a essere poveri nel nostro spirito, a essere misericordiosi, miti giusti …, in modo che anche noi possiamo essere “Beati”. Gesù ci ha esortato a vivere le Beatitudini, perché noi cristiani, con la nostra vita e con le nostre parole, dobbiamo essere il sale che dà condimento al nostro mondo insipido, e dobbiamo essere luce nelle tenebre che ci sono nella nostra umanità, nella nostra società. Domenica scorsa, seguendo l’insegnamento di Gesù, abbiamo capito che possiamo essere “Beati” vivendo i comandamenti spinti dalla nuova legge dell’amore: “Beato chi cammina nella legge del Signore”, abbiamo esclamato, domenica scorsa, varie volte al Salmo Responsoriale.
Oggi il vangelo ci propone il tema della giustizia e di come dobbiamo comportarci per un torto che abbiamo subito. Credo che tutti noi abbiamo subito qualche torto, e, spesso, il nostro atteggiamento è “te la faccio pagare”, siamo pronti a vendicarci. Seguiamo la legge del taglione “occhio per occhio e dente per dente”. Mi hai fatto questo torto e io te lo restituisco alla stessa maniera. Questa legge del taglione era una forma di giustizia primitiva, era una vendetta, proporzionata al male ricevuto.
A questa legge del taglione, Gesù ne contrappone un’altra: invece della vendetta suggerisce di accettare un altro torto maggiore di quello ricevuto (porgigli l’altra guancia, …, a chi vuole toglierti la tunica, lascia anche il mantello, …, se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due, …, dà a chi ti chiede). Sembra che Gesù esageri nelle sue richieste. Ma l’intenzione di Gesù non è che dobbiamo subire passivamente i torti che subiamo, non ci indica che dobbiamo restare inerti davanti alle ingiustizie, ma Gesù ci indica che dobbiamo rinunciare ad ogni rivincita e rinunciare alla vendetta, ci mostra che dobbiamo rinunciare anche a qualche diritto, anche se abbiamo ragione, per cercare di salvare chi ci perseguita e la pensa diversamente da noi, esortandoci anche ad amare i nostri nemici. Rinuncio anche ai miei diritti, per amarti.
Gesù, forse, non ha offerto l’altra guancia fisicamente a chi lo schiaffeggiava, ma è morto in croce per i suoi persecutori. È morto per amore di ciascuno di noi.
Al centro della nostra vita ci deve essere sempre l’Amore verso tutti, un amore verso ogni persona, perché ogni uomo è mio fratello: e allora, dobbiamo essere pazienti, benevoli, generosi, sempre pronti a perdonare e sempre disponibili ad amare completamente anche i nostri nemici e quelle persone che ci fanno qualche offesa.
Vivendo in questo modo realizzeremo le Beatitudini, saremo sale e luce per gli altri, e, con il nostro amore, saremo simili a Dio. Così, realizzeremo l’invito che ci è stato rivolto nel libro del Levitico, quando Dio, rivolto al popolo, dice: “siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”, e realizzeremo l’invito che ci viene rivolto da Gesù alla conclusione di questo brano del Vangelo: “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
Siamo stati creati a immagine di Dio: nella nostra esistenza, facciamo in modo di essere sempre immagine di Dio, con una vita di amore, di pace, di giustizia, di perdono, come agisce Dio nei confronti di ciascuno di noi, nonostante siamo peccatori.
“Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”; “Il Signore è buono e grande nell’amore”.

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