4 domenica di Quaresima - Sito di don Antonello

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4 domenica di Quaresima

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4 domenica Quaresima

I bisogni, le necessità fisiche e spirituali che abbiamo, sono tante, specie in questo periodo nel quale dobbiamo lottare contro un male che si abbatte contro l’umanità e ci fa quasi sperimentare di essere soli e abbandonati.
Domenica scorsa il bisogno che aveva l’uomo era rappresentato dal simbolo dell’acqua, necessaria per poter vivere e andare avanti, e questa domenica il simbolo che ci viene presentato è quello della luce, in riferimento alle parole che Paolo rivolge agli Efesini, e che oggi ripete anche a ciascuno di noi: “Comportatevi perciò come figli della luce”, ricordando che il frutto della nostra vita deve essere la bontà, la giustizia e la verità.
Tante volte noi siamo superficiali e ci accontentiamo di vedere le apparenze, solo quello che appare ai nostri occhi, mentre il Signore guarda in profondità, guarda nel profondo del cuore dell’uomo e non guarda quello che appare nella nostra vita. Dio invia il profeta Samuele per scegliere il re di Israele, e gli dice di non guardare all’aspetto che ha o alla sua statura, perché non è importante quello che vede l’uomo, che nota solo l’apparenza, mentre “il Signore vede il cuore”. E Samuele, ispirato da Dio, sceglie Davide, il fratello minore, e lo consacra re.
Anche noi, nel fare le nostre scelte, non dobbiamo essere ispirati da valori umani che notiamo e valorizziamo negli altri, ma dobbiamo saper entrare nel profondo del cuore, e questa “luce” ce la può dare solo lo Spirito Santo che è dentro di noi. Il bisogno, la necessità che abbiamo oggi, non è solo dell’acqua come domenica scorsa, ma abbiamo bisogno della luce, della vera Luce, che è Cristo Signore. Paolo ci dice: “Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà”. Affidiamoci a Cristo, per poter avere la vera Luce: il Signore ci illuminerà nelle nostre scelte.
Per essere dei veri cristiani dobbiamo avere occhi diversi nel guardare gli altri: non guardarli esteriormente, ma dobbiamo avere occhi di fede, occhi nuovi, come questo cieco guarito da Gesù. La guarigione di questo uomo che è cieco dalla nascita, è immagine del nostro cammino interiore di fede. Dobbiamo cercare e accettare ogni giorno la luce di Gesù, e non dobbiamo mai considerare che noi siamo “a posto”.
Gesù guarisce questo cieco, che non aveva chiesto niente, e lo invita a lavarsi nella piscina di Siloe, “Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva”, e la narrazione potrebbe concludersi qui. Ma continua, perché quest’uomo ha un cammino di fede da compiere, e quando si incontra nuovamente con Gesù, esclama: “Credo, Signore!”. E si prostrò dinanzi a Lui. Ha avuto il dono della luce degli occhi, e nel suo cammino di fede, ottiene anche il dono della Luce della fede. Non era più cieco, e ha visto Gesù con altri occhi: per lui era il Messia.
Anche i discepoli trasformano il loro sguardo. Secondo la mentalità del periodo si chiedono se è cieco a causa di un suo peccato o per il peccato dei genitori. Gesù ha uno sguardo diverso: non gli interessa sapere quale è il motivo della cecità ma gli interessa quale è il fine di questa cecità, ed esclama ai discepoli: “È così perché in lui siano manifestate le opere di Dio”. Gesù si rivela ancora una volta come la Luce del mondo.
Anche il problema del coronavirus che stiamo vivendo in questo periodo, possiamo vederlo con occhi nuovi, con gli occhi della fede: infatti, tante persone si riavvicinano a Dio con la preghiera e si sente più solidarietà tra le persone, anche a livello mondiale. Non aspettiamo momenti come questo per avvicinarci a Dio e tra di noi. Cerchiamo sempre Dio e i nostri fratelli. Nelle nostre avversità cerchiamo di non essere abbattuti e ciechi, ma apriamo i nostri occhi, andiamo al di là di tutto, per riuscire a scoprire Gesù, che è Dio venuto nel mondo, che interviene sempre a nostro favore e ci offre se stesso come Luce.
“Io sono la Luce del mondo; chi segue me, avrà la luce della vita”.

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