3 giovedì Avvento 20 dicembre
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3 giovedì Avvento
20 dicembre
Ormai siamo alla conclusione del tempo di Avvento e pochi giorni ci separano dalla celebrazione del Natale, e oggi la Liturgia sottopone alla nostra riflessione l'immagine di Maria Santissima.
Già nella prima lettura si parla dell'immagine di Maria, quando al re Acaz viene detto che "la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele": Dio promette ad Acaz che una vergine avrebbe generato un figlio, un figlio che è dono di Dio, come ogni figlio, come un figlio che voi avete generato, che è un dono di Dio, perché tutto è un dono di Dio. Acaz si è allontanato da Dio non avendo più fiducia in lui, a differenza dei suoi predecessori, che si fidavano pienamente di Dio, di questo Dio che interveniva continuamente a favore del suo popolo. Ci sono popoli confinanti che vogliamo avere il sopravvento sul popolo di Israele, e, a differenza dei suoi predecessori, Acaz non si fida più di questo Dio che ha sempre liberato il popolo, ma si fida di altri popoli con i quali cerca di fare alleanza per difendersi dalle invasioni dei popoli nemici.
Dio, che ha sempre aiutato il suo popolo e ha cercato in tutti i modi di andare incontro alle necessità del popolo, dice al re Acaz di chiedere un segno per avere conferma che Lui è buono e interviene a suo favore, ma Acaz, forse per non compromettersi, dice che non chiederà un segno, per non tentare il suo Signore, e non chiedi un segno per vedere la bontà di Dio. Ma Dio interviene e risponde che lui stesso gli darà un segno: "Una vergine (Maria Santissima) concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emanuele". È un altro segno dell'amore, della bontà di Dio, non solo nei confronti del popolo ebreo, ma nei confronti di tutta l'umanità, di ciascuno di noi. Questa prima lettura ci insegna che nella nostra vita dovremo avere più fede nei confronti di Dio, perché è lui che ci libera e ci salva, è lui che viene incontro ai nostri problemi e alle nostre situazioni difficili: è lui che ci dà una mano, che ci aiuta continuamente nella nostra vita. Certe volte, anche noi, come Acaz facciamo affidamento su altre realtà nelle quali pensiamo di trovare la salvezza e la pace: anche noi ci allontaniamo da Dio e preferiamo fare alleanza con altre realtà.
Nel nostro cuore dobbiamo far crescere la fede in Dio, come Maria, alla quale si rivolge l'Angelo Gabriele che le dice "Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te". Maria è "piena di grazia", è piena di Dio, per un dono di Dio: tutto è dono di Dio. Anche la vita che abbiamo è un dono di Dio, i figli che molti di voi hanno, è un dono di Dio, la presenza delle persone intorno a noi, è un dono di Dio. Tutto quanto è dono di Dio. E Maria ha questo dono dell'essere piena di grazia, non per i suoi meriti, non per le sue qualità, ma perché doveva diventare la Madre di Dio incarnato, del Salvatore.
Maria che ha il dono dell'essere piena di grazia, riceve anche il dono di Dio che si incarna in Lei: tutto è dono di Dio. E Maria accetta tutto con fede: "Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola", dicendo il suo "sì", mettendosi pienamente a disposizione nelle mani di Dio.
In tutto il tempo di Avvento, che è la nostra vita, curiamo particolarmente la fede, fidandoci di Dio, cercando di essere come Maria, dicendo anche tutti noi "ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". Allora l'Angelo Gabriele dirà anche a tutti noi "rallegrati tu che sei pieno di grazia, perché sei pieno di Dio".