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1 giovedì Avvento S.Nicola

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1 giovedì Avvento

Tante volte, guardando il telegiornale o sfogliando un giornale, notiamo tante distruzioni di abitazioni, dovute agli uragani che distruggono tanti edifici. Forse queste case non erano costruite sulla roccia, non avevano buone fondamenta, per cui, "cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti, si abbatterono su quella casa ed essa cadde", come dice Gesù.
Questo possiamo metterlo in riferimento alla nostra vita. Come è costruita la nostra vita? È costruita sulla sabbia, e quindi facilmente può crollare a seconda delle situazioni che viviamo, o è costruita sulla roccia, con solide fondamenta, e non viene distrutta alle minime difficoltà che incontriamo? Questa vita costruita sulla roccia è la nostra vita se mettiamo in pratica la Parola di Dio. Se, come cristiani, ascoltiamo la Parola del Signore, cercando di viverla, allora la nostra vita è costruita sulla "roccia", è qualcosa di solido, che resiste a tutte le situazioni tristi, sconvolgenti, che noi possiamo sperimentare nella nostra vita.
Forse la nostra abitazione materiale può essere distrutta, ma la nostra casa spirituale, il nostro cuore, la nostra fede, se è basata sull'amore, sulla Parola di Dio, anche se ci sono tante "tempeste", non crolla, resta salda, perché è costruita sulla Parola di Dio.
La Liturgia odierna ci vuole far capire che dobbiamo costruire la nostra vita su qualcosa di valido, che quello che è importante è ascoltare la parola del Signore: "chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio". Gesù dice che per entrare nel Regno dei Cieli, per ottenere la salvezza, non è sufficiente dire "Signore, Signore", cioè non basta fare le nostre preghiere (che sono necessarie fare per entrare in dialogo con Dio nostro Padre). Forse anche noi tante volte siamo sicuri di ottenere la salvezza perché nella nostra giornata facciamo tante preghiere (tanti rosari, tante formule, ecc.,): è giusto dialogare con Dio, ma non è sufficiente per ottenere la salvezza. Non basta che noi diciamo con le parole "Signore, Signore confido in te", ma, nella nostra vita, dobbiamo dimostrare che il Signore è al centro di tutta la nostra vita. Altrimenti le nostre preghiere sono semplicemente delle parole che non si concretizzano nella nostra vita.
Se diciamo "Signore, ti voglio bene", dimostriamolo nella nostra vita, realizziamolo con la nostra vita di amore verso Dio, ascoltando e mettendo in pratica la sua parola, e dimostriamolo attraverso il nostro amore agli altri. Ci stiamo preparando al Natale, che è il mistero dell'amore di Dio nei nostri confronti, che si realizza attraverso suo Figlio Gesù, che si incarna per noi, che vive tutta la sua vita con amore agli altri e che alla fine della sua vita offre il suo corpo e versa il suo sangue per amore, per tutti quanti noi.
"Signore, Signore, ti voglio bene": diciamolo dal profondo del cuore e dimostriamolo con la nostra vita, vivendo il comandamento dell'amore. Allora entrerò nel Regno Cieli perché avrò vissuto nella mia esistenza l'amore di Dio e di Cristo.
Invochiamo la misericordia di Dio perché tolga da noi il male dell'egoismo che è sempre presente nel nostro cuore, e apra il nostro cuore alla sua volontà e all'amore agli altri: in questo modo, piano piano, mi guadagno il Regno dei Cieli.

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