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Pentecoste

Liturgia della Parola > Tempo Pasquale


Pentecoste

Stiamo celebrando la solennità della Pentecoste che ci ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli che si trovano nel Cenacolo. Spirito Santo: è un illustre sconosciuto. Quando Paolo si trova ad Efeso e chiede ad alcuni discepoli se hanno ricevuto lo Spirito Santo quando si sono accostati con la fede, i discepoli rispondono: “Non abbiamo nemmeno sentito dire che esiste uno Spirito Santo”. Noi siamo convinti dell’esistenza dello Spirito Santo, Spirito Santo che è Dio, e lo dichiariamo, quando ci facciamo il segno della Croce o recitiamo il Credo, ma, chi è questo Spirito Santo?
Spesso, come immagine dello Spirito Santo, come viene raffigurato dal Vangelo, pensiamo alla colomba, che scende su Gesù al momento del suo battesimo nel Giordano. Questo è solo un segno esterno, che non ci svela il suo mistero.
Nell’Inno della Pentecoste diciamo queste parole: “Vieni Santo Spirito, riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore”. È questo il mistero profondo dello Spirito Santo, che scende sugli apostoli come lingue di fuoco. Solo chi ha sperimentato il “fuoco” dell’amore è in grado di capire il mistero dello Spirito: lo Spirito, cioè, è la nuova presenza di Dio nel cuore degli uomini. Con il dono dello Spirito Santo, Gesù Risorto è veramente con noi, è la nostra forza e ci guida in tutte le scelte importanti che dobbiamo fare nella nostra vita. Quando Gesù Risorto appare ai discepoli, dice loro: “Pace a voi: ricevete il mio Spirito”, cioè, ricevete la parte più profonda della mia persona. E questo è il nuovo rapporto che stabiliamo con Dio e che dovremmo stabilire anche con i nostri fratelli: un rapporto di amore.
Dio, non è più un Dio lontano, ma con Lui abbiamo un profondo rapporto di amicizia, di comunione, di fiducia, che ci aiuta a crescere insieme, e, se nel nostro cuore abbiamo la presenza dello Spirito Santo, allora cambiamo il nostro rapporto con Dio, con i nostri fratelli e con le realtà umane.
Se abbiamo il dono dello Spirito, capiamo chi sono i poveri del Vangelo, i miti, i puri di cuore, gli assetati di giustizia; capiamo anche chi sono i veri protagonisti del nostro futuro, senza lasciarci guidare da ideologie che sono contrarie alla nostra fede, e comprenderemo che è meglio dare agli altri piuttosto che essere egoisti, che è meglio condividere con tutti, quelli che sono i veri ideali, piuttosto che pensare ai nostri interessi personali. Se camminiamo guidati dallo Spirito Santo, sperimentiamo che c’è più gioia nel fare il bene che nel seguire le vie del peccato.
Se viviamo illuminati dallo Spirito Santo, solo allora saremo testimoni dell’Amore e  della Misericordia di Dio. San Paolo, nella lettera ai Galati, cap. 5, ci dice che in noi, il frutto della presenza dello Spirito  è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé. Abbiamo bisogno di una nuova Pentecoste, e, allora, dal profondo del nostro cuore invochiamo “Vieni Spirito Santo” per essere la nostra luce e per essere la guida di ciascuno di noi, della nostra comunità e di tutti quelli che dovrebbero saggiamente guidarci nella nostra vita terrena, in modo che tutta l’umanità abbia la possibilità di sperimentare e vivere l’Amore di Dio.
“Vieni, Santo Spirito”.

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