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4 Pasqua

Liturgia della Parola > Tempo Pasquale


4 domenica dopo Pasqua

Il tema centrale che oggi le Letture ci propongono è quello del Buon Pastore, come Gesù stesso si definisce nel suo rapporto con il gregge delle pecore: “Io sono il buon pastore che dà la propria vita per le pecore”. È Gesù il buon pastore, perché  ha offerto la sua vita per tutta l'umanità, morendo sulla croce per noi e risorgendo a vita nuova. È lui solo il pastore buono che ci può salvare. Gli altri, che si presentano come pastori, in verità sono dei mercenari che non hanno veramente a cuore il bene delle pecore. Quello che distingue il vero pastore dagli altri è l'amore. Infatti, il buon pastore è pronto a dare la vita per le pecore perché ognuno di noi è presente nel cuore di Gesù e vuole comunicarci la sua stessa vita.
Pietro, riferendosi alla guarigione dello storpio, avvenuta alla porta del Tempio, afferma con franchezza che c'è solo un nome nel quale possiamo essere salvati, e questo nome è Gesù. Cioè, Pietro afferma che solo uno è il pastore buono al quale ci si deve rivolgere per trovare la salvezza: “Non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati”.
Noi, ascoltiamo e seguiamo la parola del buon pastore, che è Gesù, o preferiamo seguire altre voci che sono più facili da mettere in pratica e sono meno impegnative? Seguiamo Gesù o i “mercenari”, persone che ci mostrano i lori punti di vista, o vari presentatoti che ci propongono le loro ideologie? Queste proposte è più semplice seguirle perché sono meno impegnative di vivere in profondità il vangelo.
San Giovanni, nel brano della sua prima Lettera, ci ricorda che tutti quanti noi siamo dei veri figli di Dio, e, se siamo diventati figli di Dio, è perché Lui ha grande amore  nei nostri confronti e ci fa diventare realmente suoi figli. Noi già adesso siamo figli di Dio, e alla fine dei tempi, "saremo simili a Dio, perché lo vedremo così come Egli è". Questo è uno dei doni che ha prodotto in noi la Risurrezione di Gesù Cristo. Vedremo Dio, saremmo con lui, vivremo nell'eternità, in unione totale con il Signore.
Però, per poter vedere, per poter contemplare Dio alla fine dei tempi, così "come egli è", è necessario che qui, sulla terra, noi viviamo quotidianamente da veri figli di Dio, e fondiamo tutta la nostra vita su Gesù Cristo, che deve essere la "pietra d'angolo", il basamento su cui costruiamo tutta la nostra vita, che deve essere una vita di amore e di Misericordia.
Il buon pastore Gesù, a differenza del mercenario, ci conosce personalmente e non ci abbandona nel momento del pericolo, ma stabilisce con ciascuno di noi un dialogo di amore che ci fa crescere nella nostra vita cristiana e fa crescere dentro di noi i frutti della sua Resurrezione: la pace, l’amore e la misericordia.
Per essere dei veri cristiani non basta essere stati battezzati, ma dobbiamo rinascere continuamente, accogliendo il Signore Risorto nella nostra vita. Dobbiamo essere, ogni giorno, delle persone nuove, illuminate da Gesù e dallo Spirito Santo. Seguiamo il Buon Pastore e non ascoltiamo la voce dei mercenari che vogliono sostituirsi a Lui.
“Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”.

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