4 domenica Avvento - Sito di don Antonello

Vai ai contenuti

4 domenica Avvento

Liturgia della Parola > Tempo di Avvento
4 domenica di Avvento

Sono ormai già tre le settimane che ci prepariamo alla celebrazione del Natale, e ora il Natale è già qui! Tutto ci parla di gioia, di festa: molte strade della nostra città sono illuminate a festa, i negozi sono pieni di tante offerte, a casa abbiamo già preparato il presepe e l’albero ricco di tante luminarie, anche qui in Chiesa è presente il Presepe; abbiamo già preparato e consegnato i nostri regali per fare festa, per avere la gioia nel nostro cuore. Ma questo non è Natale! Celebrare il Natale, non vuol dire che dobbiamo fare solo una festa umana e materiale, con un buon pranzo e pieno di regali.
Natale è il giorno della gioia, ma non della gioia umana. Celebrare veramente Natale vuol dire che devo accogliere Dio nel mio cuore, che devo aprire il mio cuore perché Lui abiti dentro di me. Celebrare il Natale vuol dire che io devo diventare Tempio del Signore, che devo essere il luogo dove Dio pone la sua abitazione; celebrare Natale vuol dire che devo essere come Maria, che lo ha accolto dentro di se.
Nella prima lettura, il profeta Michea, parlando di Betlemme, dice: "da te uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele" (e il dominatore sarà Gesù Cristo), e continua "egli sarà la pace" (Cristo sarà la nostra pace e la pace dell’umanità, se lo accogliamo), e anche il brano della lettera agli Ebrei, parlando di Cristo, ci riferisce il suo atteggiamento, attraverso le parole "ecco, io vengo per fare la tua volontà": quel bambino tenero e commovente che contempliamo nella grotta, è quello che successivamente adoreremo sulla Croce, quando compirà pienamente la volontà del Padre e offrirà la sua vita per noi, e allora sarà la nostra pace e sarà il nostro Salvatore. Il “dominatore”, la “pace”, è quel bambino indifeso, che nasce a Betlemme.
Al “Canto al Vangelo” troviamo queste parole che Maria rivolge all’Angelo al momento della Annunciazione: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". È questo il “sì” che Maria risponde alla vocazione che Dio le ha affidato. Maria ha sempre ascoltato e ha sempre accolto la Parola di Dio, e proprio perché era sempre disponibile ad accettare la Parola di Dio, allora dentro di se incarna il Figlio di Dio: proprio perché era sempre in “ascolto” della Parola di Dio, allora diventa in “attesa” di Gesù! Vogliamo anche noi far nascere il Signore nel nostro cuore? Allora, facciamo come Maria, e viviamo sempre nell’ascolto della Parola di Dio, mettendola in pratica nella nostra vita.
Maria ha ricevuto il dono di essere Madre del Figlio di Dio, e questo dono che ha ricevuto, non lo ha tenuto egoisticamente per se, ma, il Cristo che stava generando, Maria lo ha offerto agli altri, con molto amore. Infatti, subito dopo l’Annunciazione, Maria va da Elisabetta che è in attesa della nascita di Giovanni, e l’incontro tra queste due donne, Maria ed Elisabetta, ci mostra quella che deve essere la nostra gioia per celebrare il Natale.
Come ci mostra il Vangelo odierno, Elisabetta, piena di gioia, incontrando Maria, esclama a gran voce "benedetta fra tutte le donne", perché hai avuto fede nella Parola di Dio, e “benedetto il frutto del tuo grembo”, benedetto Gesù, quello che era atteso dalle genti. Elisabetta è piena di gioia, perché viene il Salvatore del mondo. Anche Giovanni, che si trova ancora nel seno di Elisabetta, all’incontro con il Cristo, “sussultò nel suo grembo”.
Anche noi, come Maria, portiamo agli altri Gesù che nasce nel nostro cuore, e portiamolo con amore, per creare una comunità di pace e di amore. La gioia e la serenità nel Natale, non deve venire in noi per le luci sfolgoranti, per il lauto pranzo o per i regali, ma in noi ci deve essere la gioia perché il Signore viene ad abitare in mezzo a noi e nel nostro cuore.
Trasformiamo tutta la nostra vita in un dono a Dio e in un dono ai nostri fratelli.

Torna ai contenuti