Veglia Pasquale - Sito di don Antonello

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Veglia Pasquale

Liturgia della Parola > Tempo Pasquale
Veglia Pasquale


La liturgia di questa notte, che è la più santa di tutte le notti, ¬si sviluppa in quattro momenti, e noi non dobbiamo sentirci solo spettatori, ma dobbiamo accogliere la salvezza che Dio ancora oggi opera per noi.
Il primo momento, detto del lucernario, in cui c’è la benedizione del fuoco e la processione col cero pasquale acceso, questo primo momento, con la luce del fuoco, del cero e delle candele accese, ha rotto le tenebre che c’erano in questa Chiesa: è il segno di Cristo risorto che rompe le tenebre della morte e del peccato e illumina tutto il mondo e ci rende partecipi con Lui della sua vita immortale. E con l’inno dell'Exsultet, abbiamo lodato e ringraziato Dio.
Nella liturgia della Parola, il secondo momento, con le varie letture abbiamo contemplato tutto ciò che Dio compie per la nostra salvezza dalla creazione fino a oggi. Le prime due letture, tratte dal libro della Genesi, ci mostrano la creazione dell’universo, degli animali e dell’uomo, e viene sottolineato che Dio vide tutto ciò che aveva fatto, ed “era cosa molto buona”, anche se con il passare del tempo, con l’orgoglio, con l’egoismo, con la ricerca del predominio e delle guerre, noi uomini non sempre ci dimostriamo “cosa molto buona”: non siamo immagine di Dio Amore. Dobbiamo sempre avere la fede di Abramo che, nella seconda lettura, è disposto a offrire a Dio il suo unico figlio Isacco: dobbiamo trovare la forza di offrirci sempre al Signore, nei momenti della gioia e nei momenti della tristezza. Dobbiamo essere sicuri che Dio è al nostro fianco, e ci protegge sempre, come ha protetto il popolo ebreo che ha camminato sull’asciutto quando ha attraversato il Mar Rosso (3 lettura).
Il brano del Vangelo di Marco, inizia con la rassegnazione, con la certezza che Gesù è morto, che bisogna accettare la sua morte, e si conclude con un atteggiamento di paura da parte delle donne: “Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo”.  Devono ungere Gesù, che non è neanche nominato, perché ormai è considerato un cadavere, è assente.  Verrà nominato solo successivamente dall’angelo, dal messaggero.
Quando entrano nel sepolcro non vedono il corpo di Gesù morto, ma vedono un ragazzo, simbolo della giovinezza, della vita nuova; nel sepolcro, invece di trovare corruzione e morte, trovano la nuova vita, trovano la luce, espressa dal colore bianco della veste di questo giovane. Ma la loro convinzione che Gesù è morto, continua, e hanno paura, e allora questo giovane dice “Non abbiate paura”. Anche davanti alla presenza di questo giovane, che è segno di luce e di vita, la reazione di queste donne è sempre quello della paura. E, questo giovane, continua dicendo “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È Risorto, non è qui”. Solo ora appare il nome di Gesù, perché questo giovane messaggero non parla di Gesù come di un morto, come di uno che non esiste più, ma parla di Gesù che è vivo: “E’ Risorto, non è qui”, nel sepolcro, tra i morti. È Risorto.
E questo messaggero non vuole che restino in quel luogo di morte per vedere il corpo di Gesù, e dice “Andate…. Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete”. Dove è Gesù? Non è più nel sepolcro! È vivo! E siamo invitati anche noi ad andare a cercarlo, e, come agli apostoli ripete anche a ciascuno di noi “Vieni dietro a me”. Dove trovo il Signore? “Vi precede in Galilea”, dice il messaggero alle donne: io non devo andare in Galilea per incontrarmi con Lui, ma la Galilea è il luogo dove ha incontrato i discepoli che erano pescatori e dove hanno vissuto la loro vita quotidiana, e allora che ci precede in Galilea, significa che possiamo incontrarlo nella nostra vita quotidiana. Possiamo trovarlo nei fratelli, negli amici, nei nemici, in ogni persona che incontriamo nella nostra comunità.
Il Signore è Risorto, è vivo: andiamo ad annunciarlo, senza paura, vivendo la sua parola e mostrando il Signore risorto, con la nostra vita di amore, di pace e di misericordia. Alleluia!

Il terzo momento di questa celebrazione pasquale è quello della liturgia battesimale. Uniti agli angeli e ai santi lodiamo Dio che, nel fonte battesimale, ci ha rigenerati, e col Battesimo rigenera sempre tante persone alla vita del Risorto, facendoli diventare figli di Dio.

Il quarto momento è quello eucaristico, nel quale esprimiamo la nostra gratitudine per la vita divina che abbiamo ricevuto col santo Battesimo, e invochiamo e lodiamo Dio Padre con grande amore e gratitudine.

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