26 Ordinario
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26 domenica Ordinario

Tutti, abbiamo bisogno di conversione: sia le prostitute, sia ciascuno di noi. Anche noi, e non solo le prostitute, abbiamo bisogno di conversione, abbiamo bisogno di ritornare a Dio e il Signore è pronto a perdonarci: “se il malvagio si converte, …, egli fa vivere se stesso, … si è allontanato da tutte le colpe, …, egli certo vivrà e non morirà”. Il Vangelo ci presenta varie pagine di conversione: Pensiamo alla conversione di Maria di Magdala che lava i piedi di Gesù con le sue lacrime e li asciuga con i propri capelli, e Maria è grata al Signore, perché l’ha perdonata, l’ha amata, l’ha guardata come persona e non per il suo corpo, e le ha restituito la dignità.
Le prostitute sono quelle persone che hanno detto di “no” a Dio e lo hanno escluso dalla loro vita, e nella prima parte di questo vangelo, ci sono state presentate le risposte al padre, di due fratelli: uno che dichiara che non è disponibile ad andare a lavorare nella vigna, “ma poi si pentì ed andò”, e l’altro che risponde subito di sì, “ma non vi andò”. Noi, siamo coerenti con le nostre scelte? A quale di questi figli ci possiamo paragonare? Siamo sempre pronti a compiere la volontà di Dio? Forse anche noi siamo come le prostitute, e, nella Bibbia, la prostituzione è l’idolatria.
Non vendiamo agli altri il nostro corpo, ma il nostro corpo lo “vendiamo” a tanti idoli: lo vendiamo al potere, siamo schiavi del denaro, cerchiamo il successo umano, vogliamo essere al centro di tutto, e tutto deve ruotare intorno a noi. E questa è prostituzione. Scusate, ma anche noi, nella nostra vita, nel nostro rapporto con Dio, siamo “prostitute”. Scusate, ma è questa la realtà. Non siamo migliori delle “prostitute” che condanniamo. Anche noi abbiamo bisogno di conversione e di ritornare a Dio.
“Ricordati, Signore, della tua misericordia”.